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Marocco, di nuovo in carcere il rapper delle proteste

El-Haqed-rapperUn anno dopo essere uscito di prigione, al termine della condanna a 12 mesi per un videoclip giudicato offensivo nei confronti della polizia, il ventiseienne rapper marocchino El-Haqed (tradotto alla buona, “l’incazzato”) è stato nuovamente condannato. E c’è sempre la polizia di mezzo.

Il 1° luglio la Corte di primo grado di Casablanca ha giudicato Al-Haqed, all’anagrafe Mouad Belghouat, colpevole di stato di ubriachezza in luogo pubblico e di aggressione e insulto a pubblici ufficiali e lo ha condannato a quattro mesi di carcere.

Secondo gli atti del processo, il 18 maggio Belghouat si trovava all’entrata di uno stadio di Casablanca, intento a vendere illegalmente biglietti della partita. Ubriaco, aveva aggredito e offeso gli agenti che lo avevano fermato. Nel corso del processo, l’accusa di bagarinaggio è stata ritirata. Sono rimaste le altre, più gravi ma assai controverse. 

Il giudice ha respinto tutte le richieste della difesa di ascoltare testimoni oculari, le presunte parti lese e il medico che certificò le ferite riportate da un agente. Belghouat si è difeso sostenendo di essere stato lui la vittima dell’aggressione e di non aver mai firmato la “confessione” portata in aula come prova.

Belghouat è vicino al Movimento 20 febbraio, la rete giovanile che dal 2011 ha dato vita a molte proteste contro la corruzione, per le riforme e per la scarcerazione dei prigionieri politici. Il governo ha trattato questo Movimento a volte con la carota, a volte col bastone: il 22 maggio nove attivisti sono stati condannati per aggressione alle forze di polizia sulla sola base di confessioni ripudiate nel corso del processo.

Lo stesso Belghouat, tre mesi prima dell’arresto per il videoclip sulla polizia, aveva trascorso quattro mesi in carcere per la presunta aggressione a un manifestante filogovernativo.

Il Marocco è nel pieno della stagione dei festival musicali all’aperto, con l’esibizione di decine di artisti locali e internazionali. Belghouat è nella lista nera. Il 13 febbraio, la polizia ha proibito alla libreria al-Karama di Casablanca di ospitare la conferenza stampa di presentazione del suo nuovo album, intitolato “Waloo” (in dialetto marocchino, “niente”).