Cronaca

Terra santa, Francesco: “Stop alle violenze in Siria, Dio converta i violenti”

Il Pontefice dopo aver incontrato 600 tra profughi e disabili invoca "una necessaria e urgente soluzione pacifica alla crisi siriana, nonché una giusta mediazione per il conflitto israeliano-palestinese"

“Rinnovo il mio più accorato appello per la pace in Siria. Cessino le violenze e venga rispettato il diritto umanitario, garantendo la necessaria assistenza alla popolazione sofferente!”. L’appello più importante della sua prima giornata in Terra santa Papa Francesco lo ha rivolto incontrando oltre 600 rifugiati e giovani disabili. Bergoglio ha chiesto con forza che “si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato. La soluzione, infatti, può venire unicamente da dialogo e moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilità verso i fratelli”. Il Papa si è rivolto “alla comunità internazionale perché non lasci sola la Giordania nel far fronte all’emergenza umanitaria derivante dall’arrivo sul suo territorio di un numero così elevato di profughi, ma continui e incrementi la sua azione di sostegno e aiuto“.

Francesco ha affermato di essere “profondamente toccato da drammi e ferite del nostro tempo, in modo speciale da quelle provocate dai conflitti ancora aperti in Medio Oriente. Penso in primo luogo alla Siria, lacerata da una lotta fratricida che dura da ormai tre anni e ha già mietuto innumerevoli vittime, costringendo milioni di persone a farsi profughi ed esuli in altri Paesi”. La preghiera del Papa è affinché “Dio converta i violenti e coloro che hanno progetti di guerra e rafforzi i cuori e le menti degli operatori di pace e li ricompensi con ogni benedizione”. Durante l’omelia della Messa celebrata nell’International stadium di Amman, Francesco, parlando per un momento a braccio, ha affermato che “il mondo ci chiede di essere testimoni di pace“. Poi, proseguendo la lettura del testo, Bergoglio ha scandito con forza che “la pace non si può comperare: essa è un dono da ricercare pazientemente e costruire ‘artigianalmente’ mediante piccoli e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Il cammino della pace si consolida se riconosciamo che tutti abbiamo lo stesso sangue e facciamo parte del genere umano; se non dimentichiamo di avere un unico Padre celeste e di essere tutti suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza”.

Incontrando il re di Giordania, Francesco ha subito “constatato con dolore la permanenza di forti tensioni nell’area medio-orientale”, sottolineando che è “quanto mai necessaria e urgente una soluzione pacifica alla crisi siriana, nonché una giusta soluzione al conflitto israeliano-palestinese“. Parole importantissime il Papa le ha rivolte al mondo islamico: “Colgo questa opportunità per rinnovare il mio profondo rispetto e la mia stima per la comunità musulmana”. Ma Francesco è andato oltre sottolineando “le virtù proclamate dall’islam” e auspicando “la serena convivenza tra i fedeli delle diverse religioni” per proseguire il “dialogo interreligioso per la promozione della comprensione tra ebrei, cristiani e musulmani”. Per Bergoglio “la diversità di persone e di pensiero non deve provocare rifiuto e ostacoli, perché la varietà è sempre arricchimento”. “È necessario – ha concluso il Papa – porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazione. Questi gesti sono premessa e condizione per una pace vera, solida e duratura”.

Twitter: @FrancescoGrana