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Elezioni Europee, l’incertezza fa salire il costo del debito pubblico. Spread a 200

L'avvicinarsi delle elezioni europee incide sui titoli di stato: dopo un'apertura intorno ai 200 punti base, il differenziale Btp-Bund torna a quota 183 con rendimento al 3,21 per cento

A quattro giorni dalle elezioni europee e con l’inasprimento del conflitto elettorale, si fa sempre più intensa la pressione sui titoli di Stato italiani sui quali pesano i timori del prevalere di forze politiche anti europeiste. E così la galoppata degli interessi pagati dai Buoni poliennali del Tesoro a dieci anni è proseguita e i minimi storici sotto la soglia del 3% toccati solo poche settimane fa sono sempre più lontani. Con immediate ripercussioni sul famigerato spread, cioè il differenziale di rendimento tra i Btp decennali e il Bund tedesco di pari durata. Forbice che mercoledì mattina si è allargata ulteriormente e ha toccato la soglia dei 200 punti base che non vedeva dallo scorso febbraio complice una nuova discesa degli interessi pagati da Berlino (1,38% la chiusura) che si è incrociata con la salita dal 3,2 di martedì al picco del 3,35% toccato in mattinata da parte di quelli italiani e al quale è seguita una lenta discesa al 3,21% della  chiusura che ha raffreddato il differenziale a 183 punti. Male anche il confronto con i Bonos spagnoli, che nonostante il notevole rialzo registrato anche a Madrid, pagano agli investitori “solo” il 3,01% (3,12% il massimo di giornata), 20 punti base in meno di Roma. 

“Lo spread è aumentato in quasi tutti i Paesi, anche in Francia. C’è un elemento di nervosismo sui mercati legato alla situazione europea e alle attese dei risultati elettorali. Avevo detto che il calo dello spread avrebbe potuto invertirsi: ora è successo”, ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in un’intervista a Quotidiano Nazionale. “I mercati finanziari continuano a essere in una fase positiva rispetto ai paesi del Sud Europa – ha aggiunto – però sono anche nervosi. Bisogna rispondere proseguendo con le misure che stabilizzano l’economia e la rendono più competitiva”.

“I fondamentali progressi verso la riduzione degli squilibri esterni e fiscali potrebbero essere compromessi se il populismo ostacolerà riforme e sostegno all’austerity”, notavano martedì gli economisti di Ubs in uno studio che analizza l’impatto delle elezioni europee ed evidenzia i potenziali rischi per i mercati, inclusi spread periferici, moneta unica e settori azionari chiave. In particolare per l’economista della banca svizzera Paul Donovan, “il buon andamento del debito e delle azioni dei Paesi periferici, trainato soprattutto dal calo dei premi di rischio, è potenzialmente in pericolo”, se dovessero affermarsi i partiti euroscettici che non appoggiano i piani di risanamento che i Paesi stanno affrontando. Inoltre, un forte consenso ai partiti non tradizionali potrebbe mettere a rischio anche gli investimenti perché “resta un’incognita” la reazione degli investitori internazionali, e “gli investitori americani hanno rappresentato un fattore chiave nella performance azionaria in Europa”.

Entrambi argomenti che riguardano da vicino l’Italia che sul fronte degli investitori stranieri e, in particolare, gli americani, da inizio 2014 ha registrato una presenza e un’attenzione sempre più consistente, di cui il caso Blackrock, diventato in poche settimane azionista rilevante delle prime banche del Paese, è esemplare. Quanti ai partiti euroscettici, la crescita dei consensi dei 5 Stelle calza a pennello. Lo sa bene anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi che, secondo Repubblica, avrebbe additato proprio il Movimento di Beppe Grillo come responsabile della botta di sfiducia degli investitori su Roma. Lo sostiene perfino Enrico Letta, che da Padova manda a dire: “Soprattutto dobbiamo battere il populismo. Il populismo oggi isolerebbe l’Italia nel momento in cui l’Europa sta tentando di rialzarsi. Se l’Italia fosse sopraffatta dal populismo saremmo isolati, ecco perché c’è bisogno di unità, tutti assieme cercando di convincere gli elettori a non buttare via il loro voto e dare un voto positivo per il nostro paese e soprattutto per un’Europa diversa e che punta alla crescita”. Quanto allo spread, secondo l’ex premier il dato di mercoledì è “la dimostrazione del fatto che c’è bisogno di dare risposte rassicuranti e non di dare l’idea che il nostro Paese possa essere in mano al populismo e alla deriva in questo modo. Ecco perché c’è bisogno di un buon risultato elettorale. Domenica sono convinto che arriverà un buon risultato elettorale e che gli italiani non si faranno abbindolare e capiranno quanto importante è che l’Italia sia guidata su una strada europeista”.

Va infine detto che, come sostiene Padoan, il rialzo degli interessi pagati dal debito sovrano riguarda effettivamente tutta Europa con poche eccezioni che oltre alla Germania includono la Svezia e l’Olanda, mentre il segno più troneggia davanti alle emissioni di Londra, Parigi, Lisbona, Atene e appunto Madrid.