Elezioni Europee 2014

Italia/Ue: presidenza, elezioni, un’occasione (mancata) per astenersi

Sala monumentale di Palazzo Chigi, ora 11.00: il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini presenta il logo ufficiale del semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue, lungamente atteso – e più volte rinviato: è dalla fine di febbraio che lo si dà per pronto -.

Con la Giannini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio per gli Affari europei Sandro Gozi e un testimonial della presidenza, l’astronauta Luca Parmitano. Gestisce l’appuntamento il portavoce della presidenza Federico Garimberti. Tutte presenze competenti e/o pertinenti.

Invece, uno pensa, che c’entra la Giannini con il logo della presidenza? Il nesso c’è: il logo viene fuori da un concorso nelle scuole. E la sala monumentale è zeppa di studenti attenti ed emozionati.

Ma la senatrice Giannini, linguista, glottologa, già rettore dell’Università per Stranieri di Perugia per dieci anni, oltre che segretario e coordinatore di Scelta Civica, è candidata alle elezioni europee, capolista di Scelta Europea nella Circoscrizione Centro – per chi non l’ha chiaro, Scelta europea è la formazione che sostiene la candidatura a presidente della Commissione europea del leader liberale e federalista belga Guy Verhofstadt -.

La candidatura della Giannini è una di quelle civetta, che servono ad attirare voti –ma davvero ne attira tanti?-, anche se il candidato non ha nessuna intenzione di ricoprire la carica cui sarà eventualmente eletto. Una prassi poco condivisibile e che, fuori dall’Italia, dove è diffusissima, ha rari emuli.

Allora, la senatrice ministro coordinatore ex rettore e capolista poteva ‘astenersi’ dalla comparsata: un’occasione di pubblicità, davanti a ragazzi, giornalisti e una selva di telecamere.

Se proprio voleva testimoniare il suo interesse per l’integrazione europea, il ministro Giannini poteva andare, oggi, a Bruxelles, a rappresentare l’Italia in quel Consiglio dei Ministri dell’Istruzione dei 28 che, il prossimo semestre, le toccherà presiedere –era un’occasione, l’ultima, per conoscere i colleghi e familiarizzarsi con i temi e le procedure-.

Invece, a Bruxelles ha mandato il sottosegretario Roberto Reggi. Perché? Là, avrebbe di sicuro trovato meno telecamere.