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Bce, i tassi d’interesse restano fermi al minimo storico dello 0,25%

La decisione era prevista dagli analisti. Draghi: "Possibili interventi a giugno". E sul rinvio del pareggio di bilancio dal 2015 al 2016 da parte dell'Italia dice: "Infrangere le regole non è una policy che possa creare crescita"

Come da attese la Banca Centrale europea ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali. Lasciando quindi quello principale al minimo storico dello 0,25%. Resta ferma fermo anche il tasso sui depositi, a zero, e quello marginale, allo 0,75%. La decisione della Bce era stata prevista dagli analisti, che ritengono più probabile un eventuale intervento dell’Eurotower a giugno, quando saranno pubblicate le nuove proiezioni su inflazione e crescita nell’eurozona. Il consiglio dei governatori si è riunito oggi eccezionalmente non a Francoforte ma a Bruxelles, come avviene due volte all’anno. Dopo la decisione della Bce prosegue la seduta in rialzo di Piazza Affari: il Ftse Mib sale dell’1,12%.
Nella consueta conferenza stampa dopo la riunione del board il governatore Mario Draghi ha detto che in consiglio “c’è stata una discussione” sui tassi e la Bce potrebbe agire il prossimo mese, sulla base delle nuove proiezioni su crescita o inflazione. L’Eurotower potrebbe mettere in campo anche le anticipate “misure non convenzionali” (acquisti di titoli sul mercato per immettere liquidità nell’economia) se il livello di inflazione resta a livelli molto bassi. R
ispondendo a una domanda sulla possibilità che i Paesi membri – tra cui l’Italia, che ha rinviato il pareggio di bilancio dal 2015 al 2016 – non rispettino i limiti previsti sul debito o il deficit, Draghi ha detto che “non è mai una buona policy, che può generare crescita, infrangere regole che ci sono o posporre riforme strutturali”. E ha ricordato quanto accaduto in Francia, Germania e Italia all’inizio degli anni 2000: “Infrangendo le regole hanno causato mancanza di credibilità per queste stesse regole”.