Tecnologia

Altro che Google Glass…

Il sogno di tanti bambini, oggi cresciuti, era quello di avere due paia di occhiali, particolari però.

I primi sembravano esistere: una pubblicità sul dorso delle schedine del Totocalcio ne riportava caratteristiche, “poteri” e vantaggi, prezzi e modalità di ordinazione. Gli appassionati di fumetti avevano trovato traccia del miracoloso correttivo della vista anche sull’Intrepido ed altri periodici. Erano le lenti che, ambite da bimbi di tutto il mondo, permettevano di vedere le donne nude, rendendo invisibili i loro abiti e offrendo modo di scrutare dettagli che solo la fantasia prima di allora consentiva di delineare.

I secondi, invece, era certo che non fossero ancora stati realizzati da nessuno, nemmeno da qualche abile truffatore capace di abbindolare i creduloni di turno. Molti ragazzi intraprendenti ne avevano realizzato alcuni prototipi che però venivano immediatamente riconosciuti come non funzionanti. Erano gli occhiali che facevano sembrare sveglio chi li indossava, anche se sonnecchiava annoiato dinanzi all’interlocutore. Con gli occhi disegnati sulle lenti avrebbero dovuto ingannare chi cercava di scoprire il livello di attenzione dietro quella montatura, ma l’artifizio si è sempre rivelato infruttuoso.

Mentre tanti hanno rinunciato ai sex-occhiali, preferendo…rifarsi gli occhi con una visione…più autentica, chi cercava il mascheramento di sonnolenza e fastidio proprio in questi giorni ha cominciato a nutrire fondata speranza di veder esaudito il proprio desiderio.

Possibile? Sì. Ed è possibile perché è arrivato lui.

Lui? Lui, chi? Hirotaka Osawa.

Prima di procedere nella bizzarra sequenza di quesiti, che a questo punto potrebbero legittimamente emulare il donabbondiano verso con un “Osawa, chi era costui?”, spieghiamo cosa sta succedendo.

Il professor Osawa è un ricercatore giapponese che ha sviluppato la più avvincente alternativa ai Google Glass, realizzando un paio di occhiali capaci di mostrare uno sguardo sempre adeguato al contesto in cui chi li indossa si viene a trovare.

L’utilizzatore di questa scoperta non dovrà più temere di essere distratto, annoiato, impensierito, addormentato: le speciali lenti sono in grado di simulare reazioni emotive corrette in ragione di quel che accade dinanzi.

Lo scienziato ritiene che questo oggetto sia destinato a divenire un accessorio irrinunciabile per molte categorie professionali come infermiere, cameriere, insegnanti, terapisti e qualsivoglia mestiere che richieda una costante interazione con altre persone senza palesare impressioni di sorta.

La modifica dello sguardo è ottenuta grazie ad un particolare software di riconoscimento facciale, che consente di analizzare le espressioni altrui e di adeguare gli occhi digitali in ragione di come evolve il discorso o la conversazione. Sulle stanghette della montatura ci sono, da una parte, speciali sensori girometrici e accelerometri, e – dall’altra – le batterie necessarie per garantire l’alimentazione del complesso sistema.

Le lenti sono costituite da minuscoli schermi OLED (Organic Light Emitting Diode), che vengono controllati in modalità wireless (nel caso specifico Bluetooth) da un pc, da un tablet o da uno smartphone a disposizione del …distratto.

Se l’utilizzatore scrolla la testa gli occhi battono le ciglia e ad ogni movimento del capo corrisponde una adeguata inclinazione dello sguardo. Questi occhiali sono anche capaci di accorgersi se qualcuno sta fissando chi se ne serve: in un attimo i cyber-occhi si spostano e incrociano lo sguardo dell’altra persona.

Questi arnesi non sono ancora in commercio, ma spero si possano comprare prima del prossimo soporifero convegno o di una futura tediosa riunione di lavoro…