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Roaming, l’Unione europea fissa lo stop ai costi supplementari da dicembre 2015

L'obiettivo è realizzare un mercato unico delle telecomunicazioni. Con questa riforma le tariffe delle telefonate e del traffico internet dovranno essere uguali in tutti i Paesi Ue. I provider internet non potranno dare priorità a particolari tipi di traffico per ottenerne guadagni

Azzerate le tariffe di roaming in Europa da Natale 2015. La decisione di abolire i costi supplementari per chi usa il cellulare all’estero fa parte di una nuova legge votata oggi dal Parlamento europeo. Il regolamento proposto dalla Commissione nel settembre 2013, prevede anche la disponibilità per tutti di internet aperto in cui sia vietato bloccare e degradare i contenuti, il coordinamento della concessione di frequenze per la banda larga senza fili, una maggiore trasparenza dei contratti per gli utenti di internet e dei servizi a banda larga e la possibilità di passare più facilmente a un altro fornitore. 

“Con questo voto l’Ue fa qualcosa di concreto per i cittadini“, ha dichiarato Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea. “L’Unione europea è proprio questo: eliminare le barriere per semplificare la vita e ridurre i costi. Quasi tutti noi dipendiamo oramai quotidianamente dalle connessioni mobili e internet. Abbiamo il diritto di sapere che cosa acquistiamo, senza essere imbrogliati e con la possibilità di cambiare idea. Le imprese, dal canto loro, devono poter servire tutti noi e questo regolamento le aiuta a farlo. Si tratta di una soluzione vantaggiosa per tutti”. Già l’anno scorso il parlamento aveva costretto le aziende ad abbassare le tariffe da 70 centesimi per megabyte a 45 centesimi per megabyte.

La nuova legge entrerà in vigore il 15 dicembre 2015, dopo l’approvazione da parte del Consiglio europeo, che dovrebbe pronunciarsi a ottobre. Con questa riforma i costi delle telefonate o del traffico su internet saranno uguali in tutti i Paesi dell’Ue. Le norme vietano anche ai provider internet di dare priorità a particolari tipi di traffico sulle loro reti, ad esempio lo streaming video, per ottenerne guadagni. Le compagnie di telecomunicazioni, inoltre, non potranno più bloccare o rallentare servizi come Skype o WhatsApp per impedirgli di competere con le loro offerte.