Economia

Soros, il miliardario che fece crollare la lira, in Italia per investire nel mattone delle Coop

Il magnate ha rilevato il 5% della Igd immobiliare, la società bolognese controllata da Coop Adriatica (43,56%) e Unicoop Tirreno (13,91%). L'investimento vale 20 milioni

Incredibile a dirsi. Ma c’è un filo rosso che unisce il finanziere George Soros all’Italia. E quel filo passa per Bologna, città che gli ha regalato una laurea honoris causa per mano del rettore Stefano Zamagni, stretto collaboratore di Romano Prodi. Ed è proprio lì che, a diciannove anni di distanza, Soros, lo speculatore che ha fatto tracollare la lira nel 1992 facendole perdere il 30% del suo valore, è tornato. Questa volta non per presentare un libro accanto a Prodi. Per investire nel mattone delle Coop.

Il fondo Quantum Strategic Partners, gestito da Soros Fund Management, ha infatti rilevato il 5% della Igd immobiliare, società bolognese controllata da Coop Adriatica (43,56%) e Unicoop Tirreno (13,91%). Il finanziere, che diventa così il terzo azionista della società immobiliare specializzata nella gestione di centri commerciali, non ha però comprato i titoli sul mercato. Ma ha bussato direttamente alla porta della Idg, che in pancia ha il 3,549% del proprio capitale e dalla Unicoop Tirreno, che ha ceduto al fondo l’1,8% della sua partecipazione. E ha portato a casa una quota dal valore di mercato di circa 20 milioni di euro. Il primo investimento in Italia del finanziere che, secondo la rivista Forbes, è al primo posto tra gli speculatori che hanno guadagnato di più nel corso del 2013 con un incasso da ben 4 miliardi di dollari.

“L’operazione – ha spiegato all’agenzia di stampa Reuters, l’amministratore delegato della Idg, Claudio Albertini, – è la conferma del ritrovato interesse degli investitori esteri per l’Italia e per il real estate, quando il modello di business si dimostra sostenibile”. Di certo l’ingresso di Soros nel capitale della Igd ha suscitato molta curiosità. Tanto più che la società è alla vigilia di un tour europeo per incontrare investitori istituzionali. “Siamo con le agende piene, soprattutto di investitori internazionali, molti dagli Usa e dal Nord Europa – ha detto Albertini – Percepisco anche molta fiducia nel nuovo governo; vedremo se si passerà dagli annunci ai fatti, ma il clima è decisamente migliore”. Di sicuro se c’è anche una sola opportunità in Italia, Soros la coglierà al volo. E, come nel ’92, “senza rammarico”.