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Decreto Bankitalia, Fitch fa i conti sui benefici che ne avranno Intesa e Unicredit

La rivalutazione della quote di Bankitalia prevista dal decreto Imu, non aiuterà le banche in vista dell’esame sulla qualità degli attivi da parte della Bce (“non è ancora chiaro quando queste rivalutazioni saranno incluse nei calcoli patrimoniali”) ma potrebbe comunque avere successivamente effetti positivi sugli utili e sul capitale di vigilanza. A sostenerlo è  Fitch che ricorda come a beneficiare maggiormente dell’operazione saranno Unicredit e Intesa Sanpaolo, rispettivamente azionisti della Banca centrale col 22,1% e il 42,4 per cento. Il coefficiente patrimoniale (core capital ratio) di queste due banche, sottolinea l’agenzia di rating, potrebbe salire di 100 punti base. Per le banche di medie e piccole dimensioni, ricorda ancora l’agenzia, le partecipazioni in Banca d’Italia sono in genere al di sotto del limite del 3% e il beneficio potenziale è molto più ridotto.

Fitch ricorda in ogni caso come i criteri prudenziali fissati dalle autorità nazionali “impediscono alle banche di includere tali guadagni nel calcolo dei dati patrimoniali di fine 2013″. Pertanto le “plusvalenze da rivalutazione non comporteranno alcun incremento immediato del patrimonio di base delle banche” che possa essere utilizzato per eventuali carenze patrimoniali che dovessero emergere dal primo esame comunitario (Asset quality review) o nel caso il mercato dovesse richiedere agli istituti italiani livelli di capitale più alti. 

“Lo scopo delle nuova legge è aumentare l’indipendenza della banca centrale – conclude Fitch – Le istituzioni con quote superiori al 3% dovranno ridurle nel tempo. Tuttabia creare un mercato per queste quote sarà probabilmente una sfida. La proprietà è ristretta a banche, assicurazioni, enti sociali e fondi pensione nazionali. La Banca d’Italia è autorizzata a ricomprarsi temporaneamente le azioni in eccesso per far sì che le banche rispettino le nuove soglie di possesso entro tre anni”.