Politica

Laura Boldrini, aumentata la scorta: protetti anche compagno e figlia

L'ispettorato di pubblica sicurezza della Camera ha avanzato la proposta, la decisione non è ancora definitiva. Se lo fosse, la protezione verrebbe estesa alla "presidente e agli stretti famigliari"

Tecnicamente non fa una piega: ha ricevuto migliaia di insulti su Internet, le è stato recapitato un proiettile, è la presidente della Camera. Questo il quadro. Non basterà, invece, a smussare le polemiche vista la decisione di estendere la scorta di Laura Boldrini alla figlia e al suo compagno, il giornalista Vittorio Longhi. Già quando presero insieme l’aereo di Stato per andare ai funerali di Nelson Mandela la cosa non piacque affatto. Lei si difese a modo suo: “Accuse sessiste e bacchettone”, o giù di lì. Perché lei puntò sul fatto che se fossero stati sposati nessuno avrebbe battuto ciglio.

C’è da dire che – come scrive Libero e come viene confermato da fonti del fattoquotidiano.it – la proposta è stata avanzata dall’ispettorato di pubblica sicurezza della Camera dei deputati, e la decisione non è ancora definitiva, ma con ogni probabilità entro domani verrà alzata la soglia a difesa del “presidente e dei suoi stretti famigliari”.

Non che casa Boldrini fino a oggi non fosse protetta. Anzi, lo è come se non più dei suoi predecessori: viene sorvegliata da 12 uomini ogni giorno per 24 ore. Per i suoi spostamenti vengono utilizzate sempre due auto blindate e una terza va in avanscoperta per effettuare i sopralluoghi di sicurezza nei luoghi dove è attesa. Una quarta auto tutela l’abitazione privata della Boldrini, per cui comunque è a disposizione anche un alloggio interno a Montecitorio. Insomma, è un ritocco.

Sicuramente da domani per chiunque avvicinare il presidente della Camera più discusso degli ultimi anni, diventerà un’impresa più difficile. Una scelta, quella di estendere al scorta, sulla quale può avere pesato la battaglia tra la Presidente e il Movimento di Grillo. Le due parti nelle ultime due settimane si sono affrontate a colpi di insulti e accuse, lanciati nell’arena del web o dai salotti tv. A scatenare la guerra, la decisione della Boldrini di adottare, per la prima volta nella storia della Repubblica, la tagliola sui tempi dell’esame del decreto Imu-Bankitalia. Risultato: caos in aula e deputati pentastellati pronti ad occupare Montecitorio. Ma le vere cannonate dovevano ancora arrivare. Poche ore dopo, un post sul profilo Facebook di Grillo libera i peggiori istinti del web, trasformando in poche la pagina del leader a 5 stelle in una bacheca di insulti irripetibili rivolti alla presidente della Camera. La quale risponde dalla poltrona di Che tempo che fa, parlando di “potenziali stupratori”.