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“Justin Bieber via dagli States”: la petizione arriva sul sito della Casa Bianca

Oltre 40mila in poche ore gli americani che hanno firmato la richiesta di espulsione del cantante, arrestato il 22 gennaio per guida in stato di ebbrezza. Il documento sul portale governativo grazie alla piattaforma 'We The People'

Espellere Justin Bieber dagli Stati Uniti e revocargli il visto. E’ quanto hanno chiesto oltre 40mila cittadini americani firmando una petizione lanciata sul sito della Casa Bianca all’indomani dell’arresto del cantante canadese per guida in stato di ebbrezza e corsa illegale, avvenuto a Miami Beach lo scorso 22 gennaio mentre viaggiava a bordo di una Lamborghini. Non una petizione qualsiasi, perché se l’appello – scritto da un cittadino di Detroit – raggiungerà le 100mila sottoscrizioni entro il 22 febbraio, la Casa Bianca avrà un mese di tempo per fornire una risposta ufficiale come previsto dalle norme di “We The People”, la piattaforma voluta da Barack Obama per rafforzare gli strumenti di democrazia diretta.

“Ci sentiamo mal rappresentati da Justin Bieber – si legge nel testo della petizione – Vorremmo che questo guidatore spericolato e assuntore di stupefacenti venisse espulso e la sua green card revocata”. In realtà, Bieber non ha una green card ma un “O-1 visa”, un visto solitamente rilasciato dalle autorità americane ad artisti e sportivi che abitualmente lavorano negli States. Ma la sostanza non cambia, anzi: la O-1 è infatti valida per tre anni e viene poi rinnovata di anno in anno. E secondo gli oltre 40mila, Bieber “non solo sta minacciando la nostra incolumità – scrivono ancora su “We The People” – ma è un esempio negativo per la nostra gioventù. Per questo vorremmo che fosse espulso dalla nostra società”.

Motivi chiari e condivisi da un numero importante di americani, visto che le regole della piattaforma governativa prevedono che le petizioni debbano raggiungere un minimo di firmatari prima d’essere rese visibili sul sito della Casa Bianca. Sta quindi all’ideatore riuscire a raccogliere le prime 300 adesioni attraverso propri canali. Obiettivo in questo caso raggiunto in poche ore, tanto da rendere concreta la possibilità che l’amministrazione Obama si ritrovi entro fine marzo a dover fornire una risposta ufficiale. Da quando nel 2011 il presidente americano ha lanciato il filo diretto con la Casa Bianca attraverso la sezione “We The People” – rifacendosi al preambolo della Costituzione degli Stati Uniti – sono state oltre cento le petizioni che hanno ottenuto una risposta, nonostante nel corso degli anni sia stata alzata prima a 25mila e poi a 100mila la soglia di firme da raggiungere affinché la richiesta finisse sulle scrivanie del governo.

Molte le pressioni per rivedere le regole di vendita delle armi e le richieste di condannare pubblicamente le violazioni dei diritti umani. Ma come nel caso del cantante 19enne non sono mancate proposte d’intervento quantomeno stravaganti che hanno fatto piovere critiche sulla piattaforma. In migliaia hanno chiesto che divenisse realtà la costruzione della Morte Nera, la stazione spaziale del film Star Wars, e tanti altri avrebbe voluto che Obama si spendesse affinché fosse impedito a Nicholas Cage di continuare la sua carriera di attore. Non poteva mancare lo sport: nel novembre 2012 migliaia di tifosi hanno firmato una petizione affinché gli uffici della Casa Bianca rimuovessero Jerry Jones, proprietario dei Dallas Cowboys, dal ruolo di general manager della squadra di football americano.

E mentre negli States impazza la polemica online, Justin Bieber si rilassa e diverte praticando sport acquatici a Panama, dove è ospite del resort Pacific Coast di Punta Chame, circa 150 chilometri a ovest di Panama City. Le fan, scoperta la sua visita, si sono radunate fuori dall’albergo sperando di potere anche solo intravedere per qualche secondo il loro idolo. Mentre fa sci d’acqua, non sembra che il cantante sia rimasto particolarmente colpito dall’arresto.