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Robin Tax, l’Autorità: “Scaricati 508 milioni sulle bollette dei contribuenti”

La tassa, introdotta nel 2008 per restituire ai cittadini parte degli extraprofitti delle società energetiche, sarebbe stata "traslata in bolletta" da 144 aziende, violando la legge. Codacons: "Esposto a 104 Procure della Repubblica"

La soluzione per non pagare le tasse? Scaricarle sui consumatori. Una analisi dell’Autorità per l’energia segnala che, nel 2011, 144 società energetiche potrebbero avere traslato in bolletta, violando la legge, la Robin tax, introdotta nel 2008 per restituire ai cittadini parte degli extraprofitti incassati dalle società del settore. Secondo lo studio potrebbero essere stati riversati così sui clienti fino a 508 milioni di tassa.

Poco importa, quindi, se le varie normative che riguardano la Robin Tax prevedono l’esplicito divieto per le società di “traslare” la tassa in bolletta. In sostanza le aziende non possono rivalersi sui clienti facendo pagare loro la tassa “nascondendola” in qualche modo nelle varie voci del conto. Proprio per evitare che questo accada l’Autorità è chiamata al controllo, ma non dispone di poteri sanzionatori. Il suo intervento, in sostanza, ha portata solo conoscitiva e referente nei confronti del Parlamento.

Il potere sanzionatorio è, di fatto, circoscritto alle violazioni della propria regolazione, ad esempio sull’obbligo di fornire la documentazione: quindi, nei casi in cui le imprese non abbiano adempiuto agli obblighi informativi nei termini previsti, l’Autorità intima formalmente ad adempiere con apposito provvedimento. Nel 2013, a seguito delle intimazioni, l’Autorità ha avviato 17 procedimenti sanzionatori nei confronti di 13 società del settore petrolifero e di quattro del settore energia elettrica e gas.

Il monitoraggio svolto dall’ente regolatore per il triennio 2010-2012 ha comunque evidenziato ancora una volta che “una parte dei soggetti vigilati ha adottato politiche di prezzo che generano un incremento dei margini non sufficientemente motivato”. In particolare, per l’esercizio 2010, la Direzione osservatorio, vigilanza e controlli dell’autorità – in collaborazione con il nucleo speciale tutela mercati della guardia di finanza – ha inviato richieste di motivazioni a 87 società che presentavano indizi di traslazione; di queste, 14 hanno fornito risposte esaustive, mentre nei confronti delle altre 73 sono previsti ulteriori approfondimenti.

L’addizionale Ires corrisposta da queste 73 società per il 2010 è di 42,3 milioni di euro (su un totale di 527 milioni) e rappresenta l’entità massima di una possibile traslazione. Per l’esercizio 2011, su 401 soggetti vigilati, è stata riscontrata una variazione positiva in 144 casi e l’addizionale Ires dovuta da questi operatori ammonta a circa 508 milioni di euro (su un totale di 1.482 milioni di euro), dei quali 146 milioni sono relativi al settore petrolifero e 362 a quello dell’energia elettrica e gas. Ai soggetti che presentano maggiori indizi di traslazione, assicura l’Autorità, stanno per essere trasmesse specifiche richieste di motivazione per svolgere gli ulteriori approfondimenti necessari a individuare i casi di possibili condotte traslative.

La segnalazione dell’Autorità ha fatto intervenire anche il Codacons, che “sta predisponendo un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia e all’Antitrust, chiedendo di fare luce sulla vicenda, considerate le possibili violazioni della normativa vigente”. L’organizzazione ha sottolineato che “se sarà accertata la traslazione della Robin Tax attraverso le bollette di luce e gas, le maggiori somme pagate dagli utenti dovranno essere restituite alle famiglie”.