Cronaca

L’Aquila, l’ex sindaco Cialente: “Mi sono dimesso dopo attacchi alla mia famiglia”

Formalizza la decisione del passo indietro con una lettera al presidente del Consiglio comunale e torna sulla vicenda delle inchieste della Procura. "Vedere parlare degli interessi di mia cognata, mischiare le inchieste tra di loro, senza che uno straccio di giornale mi abbia difeso..."

L’ex sindaco de L’Aquila Massimo Cialente formalizza le dimissioni e rompe il silenzio. ”Ho capito che mi dovevo dimettere quando su alcuni tg nazionali ho visto attacchi diretti alla mia famiglia: lì ho capito. Se si muovono i poteri forti… E in mezz’ora mi sono dimesso”. Così l’ex primo cittadino torna sulla vicenda delle inchieste della Procura, adombrando anche per la sua vicenda il pericolo di un ‘metodo Boffo’. E in una lettera inviata al Presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti, ai Capigruppo consiliari e al Segretario generale del Comune, spiega di avere assunto la decisione “in assoluta serenità” e con la “consapevolezza di aver sempre agito con scelte positive e per il bene comune ringrazio tutti i cittadini“. “A loro – prosegue la nota – voglio dire che in questo cammino congiunto e drammatico, per le note vicende del sisma, ho svolto il mio incarico solo ed esclusivamente per servire la città e la sua gente, e tale scelta ha rappresentato sempre la via maestra del mio cammino istituzionale e amministrativo”.

Parla per la prima volta dopo la scelta di lasciare l’incarico e aggiunge: “La magistratura ora vada avanti, ma faccia presto, lo chiedo non per me ma per la città . Giovedì ci sono gli interrogatori? Bene, ci dicano subito chi rinviano a giudizio, ma se c’è una cosa che contesto è che in queste ore si parli de L’Aquila come città del malaffare, come una città di farabutti”. Cialente, poi, attacca: “Io chiedevo regole per la ricostruzione privata e non me le davano. Perché? Non mi riferisco a questa inchiesta, ma vedo nel futuro il classico ‘Mani sulla città‘. Qui ci sono ministri che convocano riunioni per discutere il piano regolatore della città senza il Comune? E allora me ne vado, e giuro che sparisco, che smetto, non mi troverete più a far politica. Ma vedere L’Aquila sulla Bbc, parlare degli interessi di mia cognata, mischiare le inchieste tra di loro, senza che uno straccio di giornale mi abbia difeso…”.