Musica

Musica, Dagger Moth è l’album autoprodotto di Sara Ardizzoni

“Il riferimento cinematografico è al celebre Tetsuo di Shinya Tsukamoto, dove la tecnica della pixillation, una sorta di stop motion passo 3 applicata all’action live, raggiunge una delle sue vette più alte: una sfida non facile, dato il breve tempo per realizzare gli oltre 1.000 punti macchina dentro la pineta, in doppie esposizioni con e senza la one woman band Sara Ardizzoni, per ricreare l’effetto etereo, “fantasmatico” trasparente, per due giorni consecutivi di ripresa. Un’idea impostasi subito date le atmosfere che Sara voleva per il pezzo, già efficacemente suggerite dalle ottime fotografie di Davide Pedriali, dalle quali mi sono ispirato per ricreare la sensazione di corteccia che ricopre la pelle di Dagger Moth, e la sua presenza d’incastro nei trochi dei pini”.

Quello che oggi presentiamo, con le parole del regista Edoardo Tagliavini, è il videoclip del brano Ghost estratto dal disco d’esordio autoprodotto della chitarrista-cantante, Sara Ardizzoni, Dagger Moth, un disco che ha una sua stimolante originalità e che comunica un senso di inquietudine e disturbo che ben si accordano alle immagini della suggestiva copertina a opera di Davide Pedriali. A impreziosire il disco, composto da 12 brani, hanno contribuito le collaborazioni di Giorgio Canali (CCCP, PG3R) e Joe Lally dei mitici Fugazi, band cult post-hardcore di Washington che il bassista formò insieme con Ian MacKaye.

Tornando al videoclip, racconta il regista: “Ad aiutare l’atmosfera la bellissima pineta di Marina Romea, “catturata” alla fine di maggio, quindi ancora non troppo frequentata e in balìa di una suggestiva metamorfosi dei colori. Un lungo e certosino lavoro di post produzione che mi ha visto impegnato per oltre un mese e mezzo, ad allineare i vari fotogrammi per non creare un effetto mal di mare, per scontornare Sara, per allineare il background, e creare mascherini sui quali far combaciare le cortecce senza che sbordassero fuori dai limiti dati. L’idea della pellicola bruciata, per richiamare il ricordo, e i conseguenti flash su alcuni tratti del video sono a livello di concept la distinzione fra presente e passato, in un gioco di inseguimenti (per la pineta appunto) dove Dagger Moth diventa assenza/presenza. Girato con l’aiuto di Lyda Patitucci e una Canon D65, vede come co-interprete Rita Fedozzi.

Essendo Dagger Moth un progetto ultraindipendente di cui curo tutti gli aspetti – racconta Sara Ardizzoni – il DIY l’ha fatta da padrone anche per la realizzazione del video. Quindi budget zero e tempi limitatissimi. Edoardo (il regista, nda)  aveva una bella idea ispirata dal brano e dalle grafiche dell’album e mi sono affidata alle sue intuizioni. Mi ha sempre interessato l’abbinamento musica-immagini, anche dal vivo, e ho colto l’occasione, anche perché al momento circolano solo riprese molto, ma molto low-fi di vecchi concerti. Sempre in merito alla natura indipendente del progetto, l’idea è stata poi quella di proporre il video ad alcuni siti, senza parlare di esclusiva o anteprima, termini che penso, di base, non abbiano più molto senso di questi tempi, soprattutto se non si parla di nomi ultra-noti. Quindi il succo del discorso era: se la proposta artistica vi pare meritevole di diffusione sentitevi liberi di trovarle un angolo, dove\come meglio credete. Ghost parla di memorie, immagini e presenze che si mescolano, nel bene o nel male, nel rimorso o nella luce, e in parte, è legato anche al ricordo di mia madre che ho perso ormai dieci anni fa”.