Cronaca

Sciopero Forconi, presidi in tutta Italia: “Fermiamo il Paese. Non siamo violenti”

Manifestazioni dal Veneto alla Campania, dalla periferia di Milano fino a Palermo, dalle Marche alla Sardegna. La situazione più critica a Torino, mentre 11 persone sono state fermate a Roma dopo il lancio di fumogeni e petardi davanti alla sede della regione. Tra loro anche il leader dell’Mse, Giuliano Castellino. Si temono infiltrazioni di gruppi di estrema destra, e non solo

L’onda lunga della protesta dei forconi, contro l’austerità e il governo Letta, si muove in tutta Italia. La protesta è organizzata dal movimento di agricoltori e pastori protagonisti delle manifestazioni in Sicilia dell’anno scorso e da alcune sigle minori dei camionisti, ma vede la partecipazione anche di semplici cittadini che chiedono le dimissioni dell’esecutivo e un referendum per l’abolizione dell’euro. Già dalla tarda serata di domenica sono sorti un centinaio di presidi dalla Sicilia al Veneto. Volantinaggi e manifestazioni in tante città, dove sono assenti sigle o bandiere di partito, ma sventolano i tricolori. Si temono infiltrazioni di gruppi di estrema destra, e non solo, come ha spiegato Mariano Ferro, leader del movimento dei forconi: “Saremo noi per primi a difenderci da eventuali infiltrati. Ho paura, io per primo ho paura perché le infiltrazioni mafiose, le infiltrazioni di estremisti di destra o di sinistra non ci fanno bene, fanno un favore al sistema. Purtroppo, però, ci sono. A questi penseranno le forze dell’ordine. Ha ragione il Viminale a dire stiamo attenti. Ma noi saremo i primi a punirli severamente allontanandoli dai presidi”. Ferro contesta tutti i partiti: “Ci danno tutti ragione e non fanno niente, anche la Lega e Grillo”. “Beppe dice le nostre stesse cose – sostiene – ma lui parla e non fa, con tutti i parlamentari che ha…”. Intanto guarda con “commozione” a quanto succede nel resto d’Italia: “Ho visto le immagini di Torino con i poliziotti che si tolgono i caschi – rivela – e mi ha fatto bene al cuore“.

Alta tensione a Torino, binari liberati a Genova – Nel capoluogo piemontese la situazione più difficile: sono state lanciate bombe carta contro il palazzo della Regione. La procura di Torino ha aperto un fascicolo di indagine sugli incidenti che si sono verificati nel centro cittadino: un giovane di 19 anni, Alessio Mirotta, è stato arrestato dalla polizia di Torino per gli scontri avvenuti oggi. Il giovane, che ha precedenti generici e specifici, è stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, e per danneggiamento aggravato. Dopo circa 4 ore di occupazione, sono stati sgombrati i binari della stazione di Genova Brignole e di Imperia. Nel capoluogo ligure i manifestanti hanno lasciato anche gli ingressi alla sopralevata, consentendo la ripresa del traffico veicolare. La manifestazione si è conclusa nel tardo pomeriggio ma un gruppo di partecipanti ha deciso di trascorrere la notte in piazza De Ferrari in una tenda. Un portavoce ha anche annunciato che domani la protesta riprenderà e ha invitato i sostenitori a ritrovarsi nella stessa piazza a partire dalle otto del mattino portando camion e furgoni.

Pochi blocchi del traffico –  Rallentamenti in alcuni punti della rete autostradale. I più significativi sono quelli agli svincoli autostradali di Carisio (Novara), sulla Torino-Milano, dove i manifestanti occupano simbolicamente la strada ogni cinque minuti per distribuire i volantini. In Veneto invece, le maggiori criticità al traffico regionale si registrano nel vicentino e nel veronese. Chiusi in entrata e uscita i caselli autostradali sulla A4 di Montecchio Maggiore e Soave; rallentamenti tra Mestre e il capoluogo per un presidio all’altezza di Fincantieri. Nel veronese è agibile il casello di Peschiera del Garda sulla A4. Difficoltà in centro a Verona dove un gruppo di manifestanti distribuisce volantini nella zona di corso Porta Nuova. E’ stato riaperto al traffico, inentrambe le direzioni, lo svincolo di Battipaglia al km 23,000 dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, chiuso stamattina a causa della manifestazione degli autotrasportatori.

A Milano, dissociazione del movimento dei forconi – Nel capoluogo lombardo un centinaio di persone ha protestato davanti alla sede di Equitalia, per poi spostarsi sotto il palazzo della Regione: “Il comitato 9 dicembre non riconosce la protesta sotto la Regione Lombardia, che non abbiamo autorizzato noi e che disconosciamo”, ha detto Umberto Gobbi, coordinatore di ‘Non vogliamo più pagare’ (Nvpp), una delle tante sigle che fanno parte del movimento 9 dicembre, riferendosi al corteo, partito dalla sede di Equitalia in viale dell’Innovazione a Milano, composto da circa 200 persone tra cui alcuni ultras del Milan ed esponenti di Forza Nuova, che ha sfilato fino a palazzo Lombardia. Equitalia è stata presa di mira anche a Bologna, dove è stato organizzato un presidio di una cinquantina di persone. Il corteo, al cui interno ci sono infiltrati di estrema destra, si è diretto in centro bloccando numerosi autobus.

Gli autotrasportatori – Al porto di Genova il traffico ha subito rallentamenti e nel centro della città ci sono disagi per la manifestazione. Volantinaggi sono in corso da parte di Trasportounito – che ha deciso il fermo dell’autotrasporto fino al 13 dicembre – ai varchi portuali di Voltri, San Benigno e Sampierdarena, oltre al casello autostradale di Genova Bolzaneto, per sensibilizzare i lavoratori sulla situazione critica del comparto. “Noi non abbiamo nulla a che fare con la protesta dei forconi – sottolineano gli autotrasportatori – il nostro fermo era deciso da tempo e non vogliamo strumentalizzazioni”. Nel centro città ci sono un migliaio di persone – lavoratori, studenti, disoccupati – che ha bloccato il traffico in piazza De Ferrari e alcuni bus Amt, acceso fumogeni, scandendo slogan contro partiti e sindacati. Una decina di carabinieri che presidiano l’ingresso della Prefettura a Genova ha acconsentito a una richiesta del movimento di protesta che sfila per Genova e si sono tolti i caschi.  Dalla diretta radio sul canale ufficiale di Youtube, il movimento annuncia: “Abbiamo fermato anche il porto di Livorno, e si stanno muovendo anche a La Spezia e Viareggio”.

Undici fermati a Roma – Anche nella Capitale un centinaio manifestanti si sono radunati a Piazzale dei Partigiani, dove sono stati allestiti gazebo e un camper con presidio fisso. Tra gli striscioni, uno dalla scritta “9 dicembre, l’Italia si ferma”. Undici persone sono state fermate dalla polizia, dopo il lancio di petardi e fumogeni nei pressi della sede della regione Lazio: tra loro anche il leader del Movimento Sociale per l’Europa (Mse), Giuliano Castellino. Blocchi del traffico e presidi anche a Latina: “Pronti a invadere Roma, se voteranno la fiducia al governo”.

In piazza del Plebiscito a Napoli un centinaio di manifestanti del associazione “9 dicembre” e di “Forza sociale” ha causato forti disagi alla viabilità. Mentre a Palermo sono stati organizzati tre presidi, dove sono stati distribuiti volantini e provocato rallentamenti al traffico. Altri presidi sono in atto: cinque nel trapanese e uno ad Agrigento. Anche a Catania l’agitazione è stata confermata, ma non ci sarà nessun blocco. I Forconi sono presenti con due presidi: al casello di San Gregorio, luogo simbolo della protesta, e sull’autostrada A18, la Messina-Catania. Hanno appoggiato la protesta anche l’associazione Sicilia Risvegli onlus dei malati pro stamina, contro lo “Stato traditore e assassino” che “sta condannando a morte migliaia di persone, negando loro le cure compassionevoli”, il vice presidente Roberto Iovine ha invitato i disabili ad unirsi. La Questura del capoluogo siciliano, su richiesta del movimento, ha autorizzato manifestazioni e incontri a piazza Università.

Sono tre i principali presidi attivi sulle strade pugliesi che, anche in serata, stanno provocando forti rallentamenti alla circolazione: circa 150 persone e una decina di automezzi sono presenti sulla provinciale 231 a Corato, 80-100 persone con diversi automezzi si trovano sulla tangenziale di Bari, tra Carrassi e Poggiofranco. In serata è stato rimosso il blocco al traffico ferroviario della Ferrotramviaria ad Andria, nel Nord barese, dove da stamani è attivo un presidio a cui partecipano circa 200 persone. Poi si sono sciolti anche i presidi dei “forconi” a Barletta: i manifestanti hanno annunciato che domani mattina alle 7 saranno al porto. A Trani si è svolto in serata un corteo per il centro cittadino e per domani si prevede il blocco del mercato settimanale.

In Sardegna è stata bloccata la strada che collega Cagliari con la sede dell’Agenzia delle Entrate nel quartiere periferico di via Pintus. Proteste simili con autotrasportatori si stanno svolgendo sulla strada statale 130, poco distante da Elmas, e davanti al Porto Canale di Cagliari. Qualche momento di tensione fra manifestanti e automobilisti che cercano di raggiungere la sede dell’Agenzia. A Bari, il prefetto Mario Tafaro ha disposto“il divieto di assembramento degli automezzi lungo tutta la rete stradale ed autostradale della provincia dal 9 al 13 dicembre”. Mentre a Brindisi i manifestanti si sono radunati sotto il municipio.  

Le ragioni della protesta – Il movimento che a gennaio 2012 paralizzò la Sicilia ha trovato nuovi alleati, dai Liberi imprenditori federalisti europei (Life) all’associazione italiana trasportatori (Aitra), dal Movimento autonomo autotrasportatori (Maa) ai Cobas del latte, dai Comitati runiti agricoli (Cra) ad Azione rurale Veneto. E l‘agitazione organizzata da agricoltori, camionisti, piccoli imprenditori, operai, disoccupati e semplici cittadini, sembra non arrestarsi. ”Se mercoledì verrà data la fiducia al governo la nostra protesta rimarrà in piedi fino a che non se ne vanno. Sarà sciopero a oltranza – dichiara Danilo Calvani, coordinatore del movimento dei forconi -, nelle forme pacifiche e democratiche che si conoscono. C’è grande euforia, penso che avremo tutto il popolo in piazza”.