Cronaca

Sciopero tir, i Forconi: “In Sicilia nessun blocco, solo dibattiti”. Da Lupi condanna

Presidi in tutto il Paese per protestare contro l’austerity, ma dalla culla del movimento arriva la retromarcia. Ad Agrigento volantini "W la Mafia". L'Autorità garante avverte: "Pronti a sanzionare chi non rispetta le regole"

In Sicilia nessun blocco stradale, soltanto scioperi con volantinaggi nelle piazze e incontri pubblici. Cambia la linea del movimento dei Forconi a poche ore della protesta di autotrasportatori, agricoltori, ambulanti e tassisti che minaccia di bloccare il traffico lungo tutto il Paese e durerà fino a venerdì. Un’azione che il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi non ha esitato a esitato comunque a contestare: “Sia chiaro, gli autotrasportatori che domani intenderanno scioperare non hanno tra le loro ragioni nessuna richiesta presentata al governo al ministero dei Trasporti che sia rimasta inevasa e che li giustifichi”. Non solo. Il ministro ha sottolineato che “il governo si opporrà con fermezza a ogni forma di violenza per garantire sicurezza ai cittadini e tutela dei loro diritti”. Lupi, inoltre, ha ricordato a chi “ostinatamente vuole fare questo sciopero a tutti i costi, i numerosi incontri al ministero” cui hanno presenziato lui stesso e il sottosegretario Rocco Girlanda. Il ministro, poi, ha elencato i risultati raggiunti a fronte delle richieste delle associazioni degli autotrasportatori: “E’ stato mantenuto il recupero dell’accisa sul gasolio, è stato rifinanziato il fondo per il sostegno al settore, è stato aperto un tavolo di confronto per i problemi degli autotrasportatori delle isole”. “Si tratta di risultati positivi, infatti a fronte degli accordi sottoscritti tutte le associazioni sindacali di categoria hanno disdetto lo sciopero”, che è stato invece confermato da una sola sigla, peraltro minoritaria, precisa la nota. “Chi intende strumentalizzare le giuste esigenze dei lavoratori di questo settore – ha concluso Lupi – è ovviamente libero di farlo, ma si assume la responsabilità di violazioni della legge e dei minacciati blocchi con cui si vuole tenere in scacco un intero paese”.

Una posizione netta, che non tiene in considerazione quanto annunciato dagli organizzatori della manifestazione. Ad annunciare il cambio di rotta all’Ansa uno dei leader del movimento, Mariano Ferro, spiegando che la prima manifestazione si terrà stasera a Siracusa. ”A Roma da domani, come in altre città italiane, ci sarà un presidio di cittadini a piazzale dei Partigiani. Nell’hinterland della Capitale e in altre province del Lazio ci saranno assembramenti di mezzi nei raccordi stradali strategici, ma nessun blocco. Agiremo nella legalità”, anche Danilo Calvani, un altro leader del movimento dei Forconi, capo del Coordinamento nazionale per le manifestazioni del 9 dicembre, rassicura sull’eventualità di blocchi stradali. E prende le distanze da da estremisti che potrebbero strumentalizzare l’iniziativa: “La nostra – continua Calvini – è una manifestazione del popolo italiano e basta, prendiamo categoricamente le distanze da tutti quei partiti estremisti come Forza Nuova o altri, che stanno cercando di strumentalizzarla o di appropriarsene. Al nostro coordinamento aderiscono i semplici cittadini e non importa chi abbiano votato”.

Ad Agrigento, durante una manifestazione di protesta, ignoti hanno diffuso volantini con la scritta “W la mafia”. Lo scrive in una nota il presidente della commissione regionale antimafia, Nello Musumeci, sottolineando che “una qualsiasi protesta per ragioni di crisi economica non può essere mai accostata alla criminalità organizzata, che in Sicilia vuol dire anche sangue e morte”. Già nei giorni scorsi i prefetti di diversi capoluoghi, sulla base di una circolare inviata dal Viminale, avevano già emanato ordinanze per vietare assembramenti stradali a garanzia dei diritti dei cittadini e per la continuità dei servizi essenziali. Il timore è che nella protesta pacifica dei movimenti in piazza si possano infiltrare frange violente, provenienti dall’estremismo politico, dalla criminalità o dalle formazioni più violente del mondo ultras, per sfruttare le rivendicazioni sociali e provocare disordini. E Giuseppe Berretta, sottosegretario alla Giustizia, aggiunge: “Un blocco della circolazione a ridosso delle festività natalizie sarebbe un colpo gravissimo per una economia già in ginocchio come quella siciliana”.

Intanto l’Autorità garante degli scioperi avverte: “Qualora si dovessero verificare violazioni della legge, l’Autorità non esiterà ad applicare le sanzioni“. Così come avvenne per i blocchi che congestionarono il traffico dal 16 al 20 gennaio del 2012. Inoltre il garante ribadisce che lo stop dovrà partire dalla mezzanotte del 9 dicembre e “non dalle 22 di oggi“. Ad aderire alla protesta saranno solo alcune sigle del settore, mentre le associazioni più rappresentative hanno sottoscritto un protocollo di intesa con il governo lo scorso 28 novembre. 

La manifestazione “Fermiamo l’Italia”, nata sulla scia del movimento dei Forconi siciliani, si estenderà in tutto il Paese con 96 presidi di tir e auto. L’iniziativa è stata lanciata da alcuni esponenti di categorie sociali in comntrasto con le loro rappresentanze sindacali e politiche ufficiali. Tra loro ci sono il Movimento autonomo autotrasportatori, il Co.Spa. Autotrasportatori, agricoltori, ambulanti e tassisti. Una manifestazione indetta contro l’austerity e a favore del “popolo massacrato dalla crisi” e “per cacciare il governo, anzi per rovesciare il regime oligarchico”, spiegano sul web i promotori. “Ma non ci si limita ad un no – proseguono – si chiede la difesa della Costituzione democratica, la riconquista della sovranità popolare, nazionale e monetaria, l’uscita dall’euro”.

Il presidente di Conftrasporto e vice presidente di Confcommercio Paolo Uggè avverte che il rischio “è la possibilità di paralisi sulle strade, se le forze dell’ordine non faranno il loro dovere“. “L’allarme – continua Uggè – è alto e noi l’abbiamo lanciato da giorni alle autorità preposte”. Un appoggio alla protesta arriva dal neo segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini: “‘Se devo scegliere se stare con chi blocca le strade o con chi blocca il lavoro scelgo chi lotta per il lavoro perché è peggio chi blocca il lavoro piuttosto di chi blocca le strade per protesta perché non ce la fa più”.