Economia

Imu, la cancellazione fa aumentare Ires e Irap. Camusso: “Reintrodurla”

Sbloccata la clausola di salvaguardia prevista per la copertura dell'abolizione della prima rata. Il Tesoro non è riuscito a incassare 1,5 miliardi attesi dal gettito Iva e dalla sanatoria sui giochi. Per banche e assicurazioni l'aliquota arriva al 130%, per gli altri soggetti al 102,5 per cento

E’ stata sbloccata la “clausola di salvaguardia” necessaria per la copertura della cancellazione della prima rata dell’Imu. Lo rende noto il ministero del Tesoro, che non ha centrato l’obiettivo di incassare 1,525 miliardi di euro, tra i 925 milioni attesi dal gettito Iva dai pagamenti della Pubblica amministrazione e i 600 milioni di sanatoria sui giochi. Così, i mancati introiti saranno assicurati dall’aumento degli acconti Ires-Irap, fino al 130% per banche e assicurazioni (102,5 per gli altri) e dalla possibilità che scatti l’aumento delle accise (e quindi della benzina) ma a partire dal 2015. Una ipotesi che però il governo ha già smentito, anche se compariva sulle bozze del dl Imu seconda rata. “Rispetto al decreto, per cui in alcuni comuni si paga e in altri no, l’unica cosa seria sarebbe rimettere l’Imu”, ha commentato il segretario della Cgil Susanna Camusso.

A lanciare l’allarme, in mattinata, era stata la Cgia di Mestre. “Dopo che per mesi ci hanno assicurato che nel 2013 non avremmo pagato l’Imu sulla prima casa, rischiamo, invece, di pagarla, almeno in parte, sotto altre forme”, aveva avvertito il segretario Giuseppe Bortolussi. Gli artigiani definiscono “paradossale” il meccanismo della clausola di salvaguardia. “Se il governo non raggiunge un determinato obiettivo di bilancio, scatta automaticamente una nuova forma di gettito che va a coprire la parte mancante”, spiegava il segretario della Cgia. “Nel caso specifico: la Pubblica amministrazione non paga i suoi debiti e quindi le aziende non possono versare l’Iva o lo Stato non riesce a incassare i soldi dalla sanatoria sui giochi ? Nessun problema, a pagare la differenza è il cittadino“.

Nel dettaglio, il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 novembre 2013 e che viene pubblicato sulla gazzetta ufficiale di oggi, ha incrementato al 128,5 per cento l’acconto dell’Ires e, conseguentemente, dell’Irap dovuto da banche e assicurazioni per il 2013. A seguito dell’approvazione di tale decreto-legge, è stato firmato il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze che ha disposto l’ulteriore incremento dell’acconto dell’Ires di 1,5 punti percentuali: pertanto, nel 2013, gli istituti di credito e assicurativi dovranno pagare l’acconto dell’Ires nella misura del 130 per cento e tutti gli altri soggetti Ires nella misura del 102,5 per cento. L’incremento delle aliquote vale anche ai fini dell’Irap. Per il periodo d’imposta 2014, invece, tutti i soggetti Ires, comprese banche e assicurazioni, calcolano l’acconto dell’Ires (e, conseguentemente, dell’Irap) in misura pari al 101,5 per cento.