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Unipol-FonSai, Ambrogino d’oro a Vegas nell’anno nero di Consob

Il riconoscimento della città di Milano sarà consegnato al numero uno dell'autorità di controllo che, secondo l'inchiesta su Fonsai-Unipol, non ha avuto un atteggiamento sopra le parti, fiancheggiando il progetto voluto da Mediobanca. A proporlo all'unanimità i consiglieri milanesi del Pdl

Potenza delle pubbliche relazioni e dei rapporti politici: a Giuseppe Vegas verrà dato l’Ambrogino d’oro. È il tradizionale premio consegnato a Milano il 7 dicembre di ogni anno, festa del patrono della città, Sant’Ambrogio. È un riconoscimento ambito, che premia i cittadini illustri. Vegas è il presidente di Consob, l’autorità di controllo dei mercati finanziari e delle società quotate in Borsa. È da tempo lontano da Milano, la città dov’è nato nel 1951. Ormai è romano d’adozione, prima al ministero dell’Economia all’ombra di Giulio Tremonti, poi al vertice della Consob.

Eppure la sua città si è ricordata di lui: proprio nel momento per lui più imbarazzante, quando l’inchiesta milanese su Fonsai-Unipol del pm Luigi Orsi ha messo in evidenza il suo ruolo tutt’altro che sopra le parti. Invece che arbitro imparziale e custode delle regole del mercato, Vegas ha guidato la sua Authority fiancheggiando il progetto di fusione tra Fonsai e Unipol voluto da Mediobanca. Tanto che perfino uno dei commissari della Consob, Michele Pezzinga, è insorto contro il comportamento di un presidente che si muove come una sorta di “consulente privato” di uno dei “player” sul mercato, la Unipol. Niente paura: l’Ambrogino laverà ogni macchia e disperderà ogni sospetto. A proporlo sono stati, all’unanimità, tutti i consiglieri comunali milanesi del Pdl.