Cronaca

Concistoro 2014, Papa Francesco premia i cardinali stranieri. Solo 5 gli italiani

Bergoglio prepara la lista delle nomine e privilegia l'episcopato mondiale a dispetto dei curiali, diversamente da Ratzinger. Domenica 24 novembre, a conclusione dell'Anno della fede indetto da Benedetto XVI, il Pontefice consegna la sua prima esortazione apostolica

Un concistoro per sconfessare la Curia “Vaticano-centrica” e la sua corte “lebbra del papato”. È lo spirito con il quale Papa Francesco prepara la lista dei suoi primi cardinali nel segno della collegialità, che sta segnando in modo marcato il suo pontificato. Nel concistoro del 22 febbraio 2014 Bergoglio premierà l’episcopato mondiale a dispetto dei curiali che dovrebbero essere soltanto cinque. Ad aprire la lista sarà sicuramente Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, subito seguito da Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e curatore dell’opera omnia di Joseph Ratzinger. Gli altri curiali dovrebbero essere Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero, Jean-Louis Bruguès, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, e Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, al quale il Papa appena eletto nella Cappella Sistina ha donato il suo zucchetto rosso dicendogli: “Tu sei cardinale a metà”.

Stop all’inflazione di berrette tricolore. Nel concistoro del febbraio del 2012 su 18 cardinali elettori Benedetto XVI scelse 7 italiani, di cui soltanto uno non appartenente alla Curia romana. Nove mesi dopo Ratzinger corse subito ai ripari bilanciando la rappresentanza mondiale nel collegio cardinalizio con altre 6 porpore extraeuropee in vista del conclave che avrebbe eletto Bergoglio. Questa volta dall’Asia potrebbero essere scelti Peter Takeo Okada, arcivescovo di Tokyo (Giappone), Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok (Thailandia), e Andrew Yeom Soo-jung, arcivescovo di Seul (Corea del Sud). Dall’Africa Odon Marie Arsène Razanakolona, arcivescovo di Antananarivo (Madagascar), e Cyprian Kizito Lwanga, arcivescovo di Kampala (Uganda).

Dall’America del Sud Francesco potrebbe scegliere Mario Aurelio Poli, suo successore come arcivescovo di Buenos Aires (Argentina), Orani João Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro (Brasile), location della Giornata mondiale della gioventù di luglio scorso, il salesiano Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago del Cile (Cile), e Murilo Sebastião Ramos Krieger, arcivescovo di San Salvador di Bahia (Brasile). Dall’America del Nord Allen Henry Vigneron, arcivescovo di Detroit (Usa). In Europa potrebbero ricevere la berretta André-Joseph Léonard, arcivescovo di Malines-Bruxelles (Belgio), Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster (Inghilterra), Francesco Moraglia, patriarca di Venezia (Italia), Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino (Italia), Braulio Rodríguez Plaza, arcivescovo di Toledo (Spagna), e Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino (Irlanda).

“La maggior parte di noi porporati elettori non conosceva bene Bergoglio”, ha svelato il cardinale Raffaele Farina alla presentazione del libro del vaticanista del Tg1 Aldo Maria Valli su Papa Francesco. “A dire la verità non vedo spesso il Pontefice anche se abito a pochi passi di distanza da Santa Marta e non riesco nemmeno a parlargli sempre nonostante l’incarico che mi ha dato come presidente della Commissione referente sullo Ior. Lui vuole vedere la gente e non i cardinali. Se devo fargli arrivare qualche dossier – ha aggiunto Farina – lo faccio attraverso i suoi segretari. È bello vedere il mercoledì come, dopo l’udienza generale, si sofferma a salutare a uno a uno tutti i malati per diverse ore. Se Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, che hanno scritto sul Foglio l’articolo intitolato ‘Questo Papa non ci piace’, conoscessero davvero Francesco, cambierebbero sicuramente idea. Lui è davvero così come appare: umile, semplice e spontaneo. È una sorpresa per tutti, anche per noi che lo abbiamo eletto”.

Domenica 24 novembre, a conclusione dell’Anno della fede indetto da Benedetto XVI, Papa Francesco consegnerà la sua prima esortazione apostolica che si intitola Evangelii gaudium. “È un impegno – spiega monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – che la Chiesa è chiamata ad assumere. Credere significa anche rendere partecipi le persone dell’incontro con Cristo. L’esortazione del Papa, quindi, diventa una missione che viene affidata a ogni battezzato per farsi evangelizzatore”.