Politica

Sallusti su B. : “I figli sono perseguitati. Cancellieri? Dovrebbero darle 10 anni”

In quella frase di Berlusconi c’è il riconoscimento nei confronti di una persecuzione, c’è il riconoscimento della Shoah. Spero ci siano ebrei di buon senso, altrimenti è uno stato etico dove non si può dire più niente”. Così Alessandro Sallusti commenta la contestata dichiarazione rilasciata da Silvio Berlusconi a Bruno Vespa circa la persecuzione subita dai figli. “Se uno offende è un conto” – continua – “ma questo è un paragone, come quando diciamo “mi hanno messo in croce”, oppure “quella sconfitta è stata una Caporetto”. E’ un modo di dire”. E sui figli dell’ex premier il direttore de “Il Giornale” aggiunge: “E’ vero che i figli sono perseguitati. Appena si è detto che Marina scendeva in campo, gliene hanno dette di tutti i colori. Hanno anche aumentato la scorta per serie preoccupazioni sulla famiglia”. “Come Berlusconi” – sottolinea – “anche Papa Francesco, che viene così tanto osannato, spoglia la Chiesa da bigottismo e retorica. E’ la stessa cosa”. Riguardo alla telefonata della Cancellieri, il giornalista dichiara: “Se a Berlusconi hanno dato sette anni, al ministro della Giustizia dovrebbero darne dieci, anche se secondo me non dovrebbero dare la galera a nessuno dei due. Ma le telefonate del ministro sono peggio di quelle del Cavaliere”. E spiega: “Mentre Berlusconi aiutava Ruby, cioè la parte debole, nel caso della Cancellieri la parte forte è la famiglia Ligresti che ha aiutato la sua famiglia, liquidando il figlio con quattro milioni di euro. Berlusconi non ha ubbidito a Ruby, nel caso Cancellieri comanda Ligresti. E’ come ubbidire In ogni caso salvare la vita di una persona è compito di tutti, di chiunque sia in grado di farlo, anche di un ministro”. Sallusti, infine, si ripronuncia sul caso Boffo: “La notizia era vera: Boffo è stato condannato per molestie telefoniche a sfondo sessuale da un tribunale della Repubblica italiana. C’era una nota spedita alla segreteria di Stato vaticana e a tutti i vescovi e non era neppure un documento segreto o riservato. E questa nota collocava quelle molestie in un ambiente omosessuale”  di Gisella Ruccia