Scienza

Ricerca: troppe leggi (non fisiche) rovinano la scienza

Provate a digitare “subito una nuova legge” su Google e vi verranno fuori oltre mezzo milione di pagine. In Italia si legifera su tutto: per esempio ci sono leggi che proibiscono “gli sguardi di sfida in piazza”. La cosa curiosa è che in Italia abbiamo fama di essere tanto rispettosi delle leggi ma, per qualche ragione, tendiamo a reagire a ogni problema chiedendone di nuove. Il risultato è un’incredibile farragine che rende l’Italia il paese europeo che, in assoluto, ha il maggior numero di leggi. Il problema, purtroppo, non è solo di quantità, ma anche di qualità quando si va a legiferare di argomenti di cui il legislatore non ha competenza.

Vi ricordate la storia della “Cura Di Bella?”. Più di recente, abbiamo visto qualcosa di molto simile con la faccenda del “Metodo Stamina,” argomento che “Medbunker” ha correttamente descritto come “l’Italia dei pifferai”. Sono esempi agghiaccianti di cosa può succedere quando entrano di mezzo la stampa e la Tv a magnificare i meriti dell’inventore di turno.

Ultimamente, il Parlamento si sta interessando di un altro argomento del quale non ha nessuna competenza: quello delle cosiddette “reazioni nucleari di bassa energia” (che include il famigerato “E-Cat” di Andrea Rossi).  Questa storia è l’equivalente in fisica di quella dei “pifferai” di cui parla Medbunker per la medicina. Ci sono state molte audizioni e interrogazioni parlamentari sull’argomento ma, sempre, si finisce con la stessa richiesta: una nuova legge o decreto che porti dei soldi a un progetto strampalato le cui virtù sono state strombazzate sui media. Intendiamoci, non c’è niente di male che il Parlamento stabilisca le priorità della ricerca scientifica; anzi, è cosa buona che si sia reso conto che il problema dell’energia è importante. Ma bisognerebbe stare un po’ più attenti con i soldi pubblici. Specialmente in questo momento difficile, non devono essere spesi a vanvera, soprattutto non sulla base di affermazioni esagerate apparse soltanto sui media e mai confermate con il rigore del metodo scientifico.

Ora, questo venerdì (8 Novembre) ci sarà un’audizione in Parlamento dove un gruppo di ricercatori cercherà di spiegare ai parlamentari che le leggi della fisica non sono modificabili dalle leggi dello Stato. Ci riusciranno? Speriamo di sì. Ma la cosa più sensata non sarebbe che il Parlamento lasciasse la fisica ai fisici?