Società

AAA, cercasi lavoro per papà

Cercasi lavoro per papà. Questa è una storia vera, anzi inverosimile a cui non possiamo abituarci. Giovanna, 27 anni, calabrese d’origine, ha trovato un’occupazione a Torino ma da mesi sta provando a cercare un mestiere a suo padre in Calabria. Da circa un anno la tipografia dove aveva trascorso la maggior parte dei suoi anni ha chiuso e da quel momento e’ iniziata la via Crucis. Giovanna ha iniziato a scrivere curricula per papà, li ha inviati ovunque ma niente da fare: “Mio padre come le mie amiche neolaureate si trova a cercare un’occupazione invano. La differenza e’ che loro sanno usare la mail, lui no”. Il papà di Giovanna si ritrova a fare il cameriere con i ragazzini per poche decine di euro al giorno, lavora in campagna per qualche settimana, continua a cercare un lavoro per mantenere gli atri due figli di 7 e 21 anni ma ad ogni porta che bussa la risposta è no. Finché Giovanna decide di provare via Facebook a lanciare un appello:

“Mio padre ha perso il lavoro l’anno scorso. Da allora è stato tutto un fiorire di ‘No’. Perché ha 57 anni, perché è un tipografo ma vecchio stampo – di quelli che il ‘Il pc come si accende?’ – in un mondo di grafica digitale che giustamente si è evoluto. Immagino che anche voi potrete enumerare casi simili a quello di mio padre, tanto più se vivete al Sud. Ecco, io oggi volevo dire una cosa: non c’è cosa più triste di quando tu sei serena, felice e soddisfatta della tua vita, ma quelli a cui vuoi bene no. Così ho deciso di prendere in mano la situazione, di contattare tutte le tipografie che Google mi ha suggerito, poi sono passata alle copisterie e infine ai bar. E’ stata una disfatta. Per me è stato straziante e allo stesso tempo tenero vederlo girare, per i primi tempi, con una lista lunghissima scritta a mano, con i nomi delle tipografie del circondario presi dalle Pagine Gialle, lui che non ha mai fatto un colloquio in vita sua: ci pensate, vostro padre, che fa un colloquio? Ci pensate a costruirgli un curriculum? Ha dovuto strappare il foglio, e perdere un po’ la speranza di trovare qualcosa, una cosa piccola, che lo accompagni fino alla pensione. Voi sareste pienamente felici della vostra vita, del vostro lavoro, sapendo che chi vi è vicino non lo è? Ecco, io ho pensato una cosa: ci vantiamo tutti che il networking è la cosa fondamentale del web, che i gradi di separazione si riducono, che i contatti sono la cosa fondamentale. Io ho solo quello: contatti. E magari uno conosce tizio, che conosce Caio, che in Calabria, nel catanzarese, cerca qualcuno che gli dia una mano.

Ho pensato: scrivo sciocchezze, di solito, perché mi piace far ridere e poi sono una persona leggera, che c’è di male, in fondo? Non c’è niente di male nella leggerezza, se fa bene a me e agli altri. Ma questa volta no. Io voglio arrivare a casa, questo Natale, e dire a mio papà: forse c’è ancora una speranza per te, che hai solo 57 anni e tanta voglia di lavorare. Secondo voi ce la farò?”