Politica

Napolitano difende la legge di stabilità. Ma le imprese: “Fatto poco per le tasse”

Il presidente davanti alla platea dei giovani di Confindustria sostiene: "Stanziare di più per ridurre imposte? No a coperture fasulle". Ma il mondo produttivo torna a bocciare la manovra per l'intervento giudicato non sufficiente sul cuneo fiscale. Cgil: "Orientati a scioperare"

“Non so se si potesse stanziare di più per ridurre la tassazione su lavoro e imprese “, ma bisogna vedere “su quali risorse possiamo contare seriamente, senza inventarci coperture fasulle sulla spesa dello Stato”. Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervistato dal direttore del Sole24Ore, Roberto Napoletano, durante il convegno dei giovani imprenditori di Confindustria a Napoli. Il presidente difende in toto le scelte dell’esecutivo guidato da Enrico Letta, che hanno suscitato critiche tanto da parte dei sindacati quanto da Confindustria stessa, soprattutto per l’intervento sul cuneo fiscale risultato davvero minimo.Video di Giulia Zaccariello

Una bocciatura che il mondo produttivo oggi ribadisce. ”La legge di stabilità deve avere misure più consistenti per la ripresa”. Affermano in una nota Abi, Alleanza delle Cooperative, Ania, Confindustria, Rete Imprese Italia, rilevando che “manca una rapida e decisa azione di tagli alla spesa pubblica” ed è necessaria “una riduzione più incisiva del cuneo fiscale e costo del lavoro”. Per questo ”nella consapevolezza dei limiti imposti dai conti pubblici, proporremo al Parlamento di rafforzare l’impianto in alcuni punti fondamentali” della legge di Stabilità. Tra gli altri punti le cinque organizzazioni indicano interventi sul’accesso al credito “sia attraverso la garanzie sia attraverso la patrimonializzazione delle imprese e delle banche, trovando risorse sia strutturali sia straordinarie (rimpatrio dei capitali, rivalutazione quote della Banca di Italia) e dando impulso alla ricerca e all’innovazione”. 

Valutazioni negative che vengono espresse anche dall’ex ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera: “La manovra – dice – penso sia gravemente insufficiente rispetto al bisogno di quei 10 milioni di italiani che hanno problemi di lavoro gravi e delle centinaia di migliaia di aziende che hanno difficoltà e del Paese che fa fatica a rimettersi in moto”. E sulle critiche torna anche Susanna Camusso: “Il governo ha scelto di mettere la stabilità prima delle scelte del fare – sostiene il segretario generale della Cgil -. È un governicchio nel senso che non sceglie”. E torna a minacciare lo sciopero: “L’orientamento unitario è per farlo:lunedì lo decidiamo”.

Ma Napolitano non condivide le critiche, che già erano affiorate nei giorni scorsi. “Possiamo noi sottovalutare il fatto che l’Italia sia uscita dalla situazione in cui era di infrazione per deficit eccessivo, possiamo correre il rischio che ci ricaschi?”, si è chiesto Napolitano. “Il governo dice di no e penso che sia una giusta preoccupazione”. Di fronte alla manovra illustratata il 15 ottobre dal consiglio dei ministri, ha affermato, bisogna avere un atteggiamento “sostenibilmente propositivo e consapevole di vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare”, altrimenti “non sarebbe una prova di coraggio ma una prova di incoscienza“.

Il capo dello Stato ha voluto diffondere parole di ottimismo: ”Abbiamo superato momenti molto più complessi e drammatici di questo attuale; supereremo anche questo per ridare all’Italia quella capacità anche di sviluppo industriale e non solo economico”.