Scienza

Sanità, come la vorrei. Un giorno da ‘portavoce’

Mi hanno invitato ad una serata organizzata dal gruppo di lavoro sanità del  Movimento 5 Stelle di Bologna. Ho esposto alcune delle mie proposte su una nuova sanità associate alla presentazione video di Tweetsalute e di History Health. Attenzione e interesse  sono le parole che porto con me tornando verso casa. Da perfetto “portavoce” vi diffondo ciò che ho detto con la speranza che siano oggetto di discussione dentro e fuori dai “palazzi della politica” e che ci sia eco. Di seguito pubblico un estratto dell’intervento.

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Il mio percorso è iniziato il 14 agosto 2003 quando mi posi una domanda: come posso fare per sapere se lavoro bene? Scrissi e pubblicai nel settembre 2003, aiutato dal Politecnico di Milano, uno studio statistico su come fare i controlli sanitari, indispensabili. Ancora oggi i controlli sanitari vengono eseguiti dai Noc, nuclei operativi di controllo, che controllano solo burocraticamente ma nulla sanno sull’effettivo beneficio al paziente della prestazione sanitaria. I controlli devono essere fatti sui pazienti, a campione. Feci lo stesso lavoro nel 2008 con un follow-up a sei anni sempre degli stessi 3070 pazienti. 

Pensai che la percezione del controllo diminuisse il rischio di abuso. Il primo intervento in assoluto in Italia è la gravidanza il secondo, con 500.000 casi all’anno, è la cataratta. Vi assicuro che almeno il 20% non è da fare ma se nessuno controlla… e vi assicuro che in questo momento non lo dico per il risparmio, che sarebbe alto, ma lo dico per il paziente. Perché operarlo se non ha un beneficio reale rischiando inutilmente? Ma se si lavora a percentuale sicuramente il rischio di maggiori interventi “prima che lo faccia qualcun altro” esiste. Nessuno mi ascoltò ma non mi fermai nonostante tutte le porte chiuse.

Pensai che le aziende sanitarie dovevano prendere il nome di “Case del Benessere” abbandonando il termine azienda per due motivi: perché la casa è il luogo della sicurezza di ognuno di noi e perché il cittadino sa di entrare per uscirne in ben-essere.

Pensai che la medicina difensiva dovesse essere bandita come mezzo di difesa del medico. In un bel libro sulla medicina difensiva che vi consiglio, “Il problema della medicina difensiva”, alla pagina 24 si legge: “la medicina difensiva si verifica quando il medico ordina esami, procedure o visite, o evita pazienti a rischio, o procedure ad alto rischio principalmente per ridurre la propria esposizione al rischio di contenzioso legale con implicazioni potenzialmente gravi per il costo, l’accessibilità e la qualità tecnica ed interpersonale dell’assistenza sanitaria”. Ippocrate, il cui giuramento con il nuovo codice deontologico vogliono cancellare, diceva che “il medico e il paziente devono, insieme, combattere contro la sofferenza”.

Pensai che nel mondo delle “regole” forse una, giusta ed umana, deve essere quella di onestà nel rapporto medico-paziente. Negli anni questo rapporto fondamentale si è deteriorato con gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini. La scienza a volte è sostituita dall’ingordigia del potere economico e sociale; la mancanza di fiducia porta al dubbio della diagnosi e della terapia, fino al contenzioso legale. La medicina difensiva si è fatta strada.

Pensai che la tecnologia può aiutare la sanità sana. Vi faccio un esempio. Il Ministro della Salute Lorenzin il 31 luglio 2013 emana una circolare sull’utilizzo di occhiali 3D per i PC e televisori tridimensionali a completamento della circolare del precedente ministro che parlava solo dei cinema il 17 marzo 2010. In entrambe si scrive, dopo aver ascoltato il parere del Consiglio Superiore della Sanità, che “è controindicato per i bambini al di sotto dei 6 anni di età”. Ho più volte scritto sul Fatto, e detto in televisione, che lo sviluppo della capacità visiva avviene da zero a sei anni. Se un bambino ha un occhio debole, ambliopico o volgarmente detto “pigro” (5% circa della popolazione italiana), e non lo sviluppa, con occhiali se necessita o con occlusione dell’occhio dominante, mai riuscirà a vedere in stereoscopia perché l’anaglifo, cioè l’immagine tridimensionale statica o dinamica, si apprezza solo con due occhi funzionanti. Vedrà tutta la sua vita non in rilievo. 

Pensai a due modi per scrivere un percorso nuovo per porre #ilpazientealcentro in modo da aggirare le tante porte chiuse e le tante persone che, aprendo troppo la bocca per parlare inutilmente, hanno le orecchie chiuse. Il primo è un progetto che si chiama #tweetsalute che unisce 19 specialisti che hanno una faccia, un curriculum e che interagiscono sinergicamente con i cittadini-pazienti. E’ costituito di tre fasi. La prima impersonale tramite l’account twitter degli specialisti: si fa una domanda e si riceve una risposta. La seconda unidirezionale con il canale YouTube di #tweetsalute i pazienti vedono video di argomenti di prevenzione degli specialisti. La terza fase partirà a dicembre con il contributo del Comune di Milano. 

Pensai a History Health per migliorare la medicina del territorio, quella di base. Il trasferimento dei nostri dati sanitari dalla gestione istituzionale a quella personale. Non occorre andare dal medico di base a farsi scrivere una prescrizione di esami, farmaci o intervento (70% degli italiani); né una terapia cronica (30%). Il 60% degli italiani non andrà più in codice bianco o verde al pronto soccorso ma riutilizzeranno il “medico di fiducia” non più oberato dalla burocrazia.

Pensate a quante altre cose si possono fare con History HealthAd agosto scorso ho fatto l’esame della vista per il rinnovo della patente. Come sapete ha un costo, una scadenza ma, vi assicuro, non serve a nulla. In strada guidano molte persone con gravissime patologie. Servirebbe l’attuale esame, ad esempio, se si mettesse l’obbligo di misurazione della pressione oculare. In Italia il 10% della popolazione ha grossi problemi visivi causati dal glaucoma solo perché non si misura in tempo la pressione che può essere controllata semplicemente da colliri. Uno screening di massa scadenziato, come quello della patente, potrebbe ridurre nettamente l’incidenza. Invece come quello che ho fatto io, non dicendo di essere oculista, è una perdita di tempo e soldi. Con History Health il cittadino, in possesso dei propri dati, manda online il certificato utile estrapolato dall’ultima visita oculistica, quella si completa ed efficace, nel momento del rinnovo.