Economia & Lobby

Governo Letta: il Def e la sanità selettiva

Cari lettori se per qualsiasi motivo, dopo il mio ultimo post sul mio libro appena pubblicato, vi siete distratti permettetemi di presentarvi in carne ed ossa,“Il riformista che non c’è”. Questa volta, non è solo il titolo di un libro, ma è addirittura un governo che con le sue stupide politiche ci sta rubando il diritto alla salute. Il governo Letta ha appena licenziato una “nota” sulla sanità al Def (documento economico finanziario) nel quale si prevede:

Vorrei essere più preciso e citare testualmente due passaggi della nota come si dice “gravidi” di conseguenze:

Il primo riguarda l’assistenza: ‘occorre ripensare  un modello di assistenza finalizzato a garantire prestazioni non incondizionate, rivolte principalmente a chi ne ha effettivamente bisogno‘.

Il secondo dice in che modo il sistema diventerà selettivo: ‘si tratta di ridisegnare il perimetro dei LEA (livelli essenziali di assistenza)’.

Quindi per la nota del governo ci si appresterebbe a ridiscutere le tutele di diritto cioè le cure “essenziali” e presumibilmente a sostituirle con le cure “indispensabili”, cioè con i bisogni primari,e con le necessità capitali.

Con ciò il nostro impavido “riformista che non c’è” approfittando delle larghe intese, cioè del famoso power sharing (inciucio) non fa null’altro che fare proprie le tesi di una certa economia speculativa che da tempo tira la volata ai fondi integrativi, alle mutue e alle assicurazioni private, facendo proprio il seguente assioma:

Tutto questo è annacquato noiosamente con:

A questo punto il governo Letta che non sa a chi dare il resto, tirato da tutte le parti, tra Imu e Iva, prigioniero di quell’invalicabile 3%, nell’appalesarsi quale “riformista che non c’è” cede al cinismo:

Ecco chi è “il riformista che non c’è”, ecco qui un bel nemico da combattere politicamente e democraticamente, senza esitazioni. Ecco perché serve una contro prospettiva e una contro proposta. Ecco perché si scrivono libri dallo strano titolo “il riformista che non c’è” nella speranza di creare un movimento di opinione, una massa critica di dissenso, ma anche una nuova e diversa progettualità.

Il governo Letta vuole farci credere che le sue non sono incapacità politiche riconducibili ad un non pensiero, ad una non strategia ma condizioni oggettive in ragione delle quali non esistono altre strade per governare la sanità se non quelle descritte nella nota. Questo è falso. Il problema della sanità è “il riformista che non c’è”.