Cronaca

Concordia, nella notte del Giglio la tragedia si trasforma in impresa (e spettacolo)

La notte della Concordia non finisce mai, nel Giglio che non può fermarsi. Sono tutti lì a guardare il gigante illuminato a giorno, circondato da luci che lo fanno sembrare uno smisurato albero di Natale. L’obiettivo (che verrà raggiunto alle 4, ndr) è portarlo in asse entro l’alba, oltre 600 giorni dopo quel naufragio che si portò via 32 persone. I tecnici rincorrono il traguardo che è lì, sempre più vicino, davanti agli occhi di una Babele di giornalisti, venuti da ogni angolo del mondo. Sono loro i padroni notturni dell’isola, con la loro spola tra sala stampa e bar. Le conferenze sono come il rintocco dell’orologio. Ogni due ore si annunciano gradi conquistati nella rotazione, passaggi superati, rischi schivati. C’è chi fa sempre la stessa domanda, c’è chi se ne inventa una sempre diversa, e pure chi non vorrebbe sentirne. Il gioco lo comanda comunque lei, la Concordia, diventata sinonimo di impresa. L’attrazione fatta di 114mila tonnellate di acciaio.

Alle 2 le facce di Franco Gabrielli, il capo della Protezione Civile, e dei responsabili tecnici, sembrano quelle di papà in attesa del parto: a metà tra lo stravolto e l’eccitato. Raccontano dell’acqua che entra nei cassoni, per l’ultima fase della rotazione. “La velocità di imbarco è molto buona” fanno sapere. Nei bar a pochi metri di distanza, ragazzi e turisti discutono di tutt’altro. Per loro la nave e la folla che ne spia ogni minimo singulto è uno sfondo pittoresco, magari curioso. Forse nulla di più. La conferenza stampa successiva è per le 4. E sarà quella dell’annuncio tanto atteso. Si sconfina in orari da rave party, perché la rotazione non può rallentare: deve continuare, proprio come ogni spettacolo che si rispetti. Solo che in questo caso non si deve solo intrattenere. C’è da vincere una partita che costa almeno 600 milioni, e su cui più d’uno si gioca la faccia. E allora, dietro luci, taccuini e battute c’è sempre lei, la grande paura del granello che mandi tutto all’aria, proprio a poche miglia dall’arrivo. La fiuti sempre più flebile, con il passare delle ore e la stanchezza che sale, a confondere giorno e notte. Ma c’è, rimane, in certi volti e in certe battute, fatte per scacciare via il timore di inciampare. Tra cavi, cassoni e moti ondosi, la notte diventa (anche) un gioco di parole che si rincorrono. I codici di un evento.

Alle 3 su scogli e parapetti è ancora pieno di gente che fa foto alla Concordia, per lo più con cellulari e ipad. Poco più di un’ora dopo, la nave sarà dritta. E non sarebbe più la stessa cosa. E allora, in fila per strappare il ricordo. Di notte, al Giglio. L’isola della Concordia, nel dolore passato e nello spettacolo presente.

di Luca De Carolis ed Enrico Fierro