Cultura

Fotografia: SiFest, Giorgio Di Noto e la rivolta araba al pc

The Arab Revolt 1 (Di Noto)

La rivoluzione araba raccontata con polaroid in seppia, dall’effetto vintage, come fossero foto di tanti anni fa. Immagini incredibili che raccontano una rivolta sociale non tanto lontana e che il fotografo romano Giorgio Di Noto presenterà al pubblico il 13, 14 e 15 settembre a Savignano sul Rubicone in occasione della ventiduesima edizione del SiFest, il primo festival dedicato alla fotografia in Italia per nascita ed uno dei più accreditati tra gli appassionati di fotografia.

Le opere di Di Noto, in verità, non sono una novità ma ritornano al festival dopo che il fotografo romano, lo scorso anno, si aggiudicò il premio Marco Pesaresi, dedicato alla fotografia contemporanea e promosso all’interno dello stesso festival. Il suo progetto, “The Arab Revolt”, si fa spazio (al Consorzio di Bonifica
, via Garibaldi 41, piano terra) tra le altre grandi mostre di questa edizione che portano a Savignano nomi del panorama internazionale tra cui Max Pam, Roman Bezjak, Machiel Botman e Joachim Schmid al fianco di altre grandi personalità della fotografia come Franco Vaccari, Gerry Badger e Roberta Valtorta.

 Un festival che, quest’anno si dedica agli spazi, alla contaminazione, alla re-invenzione. Come è successo per “The Arab Revolt” le cui immagini, realizzate con pellicole istantanee, mostrano scene tratte da video girati nelle strade e nei campi di battaglia di Tunisia, Libia e Egitto. La particolarità di questo progetto è che Di Noto ha raccontato una rivolta senza viverla direttamente, fotografando le immagini di altri – diffuse sui e dai social network – imprimendole su pellicole Impossible Project con una Polaroid direttamente dallo schermo del computer. Immagini che, diffuse su Internet, sono state riprese dal fotografo romano e viste da un nuova angolazione, modificate e dilatate per ottenere nuove immagini grezze.

La serie di rivolte politiche e sociali riprese dai cittadini locali con smartphone e videocamere amatoriali sono quindi diventate un racconto per immagini (che sarà incluso anche nella pubblicazione “The Photobook. A History. Vol. III” curato da Gerry Badger e Martin Parr), una selezione ragionata di immagini che documentano un evento storico, raccolto prima che si perdesse nella rete. Un progetto che ha sovvertito le regole dei reportage, che ne ha cambiato gli spazi, fisici e temporali, e che pone l’accento su un nuovo tipo di riflessione ma anche spunti per la ricerca fotografica e sulla professione di reporter.

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