Media & Regime

L’Unità, al pettine i nodi del quotidiano del Pd. Assemblea dei soci il 23 agosto

Il giornale da tempo ostaggio delle divisioni all'interno del partito non può più aspettare la ricapitalizzazione rimasta nel limbo, mentre dipendenti e collaboratori stringono forzatamente la cinghia

Tutti i nodi dell’Unità vengono al pettine del Pd, ma il Partito democratico non sembra avere molta voglia di scioglierli. Da più di un anno il quotidiano diretto da Claudio Sardo cerca di concludere (senza riuscirci) un aumento di capitale che dovrebbe dare spazio a nuovi soci, pronti a rilanciare la testata. La crisi delle vendite dell’edizione cartacea dovrebbe essere bilanciata almeno in parte con uno sviluppo multimediale del giornale, ma la strategia digitale stenta a decollare. Intanto, i giornalisti sono in regime di solidarietà con stipendi pesantemente decurtati e per risparmiare sono state eliminate le pagine di cronaca locale da Bologna e Firenze. Secondo i dati diffusionali più recenti, l’Unità è scesa a giugno a quota 24mila copie cartacee, in calo del 5,2 per cento.

Stallo sui soci – Come mai l’Unità non può fare affidamento sullo schieramento guidato dal segretario Guglielmo Epifani? Il motivo è semplice: il partito aveva affidato il quotidiano e la sua casa editrice Nie (Nuova iniziativa editoriale) a Renato Soru, patron dell’operatore di telecomunicazioni Tiscali ed ex governatore della Sardegna per il centro-sinistra. Terminato questo mandato, però, i rapporti tra Pd e Soru si sono incrinati e l’imprenditore ha dichiarato di volersi “sbarazzare” dell’Unità, anche se poi non ha mollato le redini del comando né tanto meno ha investito altri soldi per sostenere il giornale. Non solo: Soru ha preferito lanciare Tiscali Notizie, testata giornalistica online del suo portale www.tiscali.it diretto da Fabrizio Meli (che è anche amministratore delegato della Nie), senza coinvolgere l’Unità. L’esito finale dello scontro Pd-Soru, dunque, è che oggi non è stata ancora conclusa la ricapitalizzazione da 5 milioni di euro, di cui non solo il giornale ha bisogno, ma soprattutto che dovrebbe formalizzare il passaggio del testimone da Soru ai nuovi soci Maurizio Mian e Matteo Fago. Il primo discende da una famiglia d’imprenditore farmaceutici, è stato presidente del Pisa Calcio ed è legato alle vicende del cane Gunther IV, pastore tedesco in passato al centro delle cronache perché avrebbe ereditato una fortuna da una contessa tedesca. Fago è stato invece tra i primi in Italia a creare un portale web, Venere.com, per prenotare viaggi e alberghi.

Autunno caldo in vista – Il prossimo appuntamento della saga dell’Unità è fissato per il 23 agosto, quando ci sarà l’assemblea dei soci e potrebbe essere presa una decisione definitiva sulla ricapitalizzazione. Al momento, comunque, l’editrice non ha ancora depositato il bilancio 2012 che secondo quanto risulta al fattoquotidiano.it ha evidenziato una perdita di almeno 3,5 milioni di euro. I soci hanno invece chiesto una valutazione aggiornata del valore della testata. E’ attesa da tempo anche la presentazione di un nuovo piano industriale, visto che il Pd non vuole più sostenere direttamente il giornale e i contributi pubblici all’editoria vanno esaurendosi, ma soprattutto ricordando che prima del rosso 2012, il 2011 si era chiuso con una perdita di 4,3 milioni di euro, il 2010 in rosso per 1,6 milioni e prima ancora il 2009 era finito con un risultato netto negativo di 3,8 milioni di euro.

Il direttore Sardo in bilico – Il piano industriale dovrebbe contenere anche la strategia editoriale per far ripartire il giornale e nelle intenzioni dei soci, dell’azionista Fago in particolare, c’è l’idea di puntare sul digitale tra notizie online a pagamento e nuovi canali internet tematici. Peccato che Fago, prima di avviare le novità digitali, avrebbe chiesto al Pd di nominare un nuovo direttore più adatto di Sardo ad accompagnare l’Unità nell’evoluzione tecnologica. Il segretario del Partito democratico Epifani non sembra però intenzionato a nominare un direttore del quotidiano a ridosso del congresso nazionale. Indugio che riduce ulteriormente le chance dell’Unità di essere aiutata dal partito, se il prossimo segretario sarà il rottamatore Matteo Renzi, per storia ed età poco vicino al giornale dei vecchi Ds. Per ora il Pd è venuto in soccorso del quotidiano romano solo includendo nel tesseramento online 2013 l’abbonamento alla versione digitale dell’Unità insieme a Europa e Left (che già esce insieme alla testata diretta da Sardo una volta la settimana). Costo della tessera online, tutto compreso: 50 euro. Una parte di questi introiti servirà all’Unità per far fronte alle spese correnti, tra cui i pagamenti arretrati dei collaboratori che sono fermi a novembre 2012 (l’ultimo appello risale a lunedì 19). Ma anche sul matrimonio Unità-Europa-Left il Pd dovrà ragionare il prima possibile. Infatti, se l’Unità si adegua alle decisioni di politica nazionale del Pd, Left ha creato scompiglio nel centro-sinistra: non solo ha pubblicato una copertina critica verso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che sostiene il governo di Enrico Letta, ma non caldeggia nemmeno i candidati ufficiali del partito come è successo nel caso delle elezioni regionali sarde.