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“Polacchi come scimmie”, due attivisti del british national party in carcere

I due, di cui non sono state rese note le identità, risultano avere ruoli importanti nell'organizzazione della formazione nazionalista. Fermati per la distribuzione di volantini in cui gli immigrati dell'est Europa facevano la parte dei primati nelle mani dei laburisti. L'accusa è di odio razziale

In prigione per aver paragonato un polacco a una scimmia. Così, mentre in Italia continuano gli insulti e gli attacchi al ministro Cécile Kyenge, nel Regno Unito due attivisti di un partito di estrema destra vengono arrestati per odio razziale. E’ quanto è successo ieri a due membri del British national party (Bnp), formazione che predica la fuoriuscita dall’Unione europea e l’allontanamento degli immigrati dal suolo del regno: sono stati incarcerati per aver distribuito dei volantini in cui si paragonavano i cittadini polacchi alle scimmie. Il foglio suggeriva che gli immigrati provenienti dalla Polonia, descritti come dei primati, fossero stati usati dal partito laburista, dietro pagamento, per fare propaganda in vista delle elezioni locali di maggio. E a essere arrestati sono stati due appartenenti di spicco del partito. I nomi non sono stati resi noti dalla polizia, ma secondo la stampa britannica si tratterebbe di una donna che ha perso il suo posto da consigliere comunale lo scorso maggio e di un organizzatore del comitato centrale elettorale del partito. La polizia della Cumbria non ha confermato le identità degli arrestati, ma ha parlato di una 46enne di Cockermouth e di una 49enne di Maryport, che sono poi state rilasciate su cauzione e sul cui caso il giudice tornerà domani, 2 agosto.

Chiaramente il Bnp ora nega tutto, soprattutto di essere una formazione razzista. “Questi volantini sono una risposta a quello che abbiamo visto nella città di Maryport. Bande di polacchi hanno distribuito materiale per il partito laburista e noi abbiamo solo giocato su un modo di dire perfettamente inglese: ‘se paghi noccioline, quello che ottieni sono solo delle scimmie’. Volevamo suggerire che questi immigrati venivano pagati pochissimo per fare il loro lavoro, ma qualcuno ha strumentalizzato le nostre parole e vuole farci passare per razzisti”. 

Intanto, mentre il Paese reagisce con gli anticorpi a disposizione, Doreen Lawrence, madre di Stephen Lawrence, sarà nominata baronessa entro pochi giorni e farà quindi parte della Camera dei Lord. Stephen fu ucciso in un attacco razzista nel 1993 e il suo caso fu uno spartiacque nella coscienza civica dei britannici, che forse per la prima volta cominciarono a interrogarsi sulle pulsioni razziste presenti nella società. La madre, per anni, ha lottato per portare gli assassini di fronte alla giustizia. Stephen fu accoltellato a una fermata dell’autobus, aveva 18 anni. In questi anni, la madre ha sempre cercato di fare giustizia anche sul comportamento della polizia, da lei giudicato ingiusto. Nel 1999, un’inchiesta pubblica stabilì che la Met, la polizia metropolitana di Londra, era “istituzionalmente razzista”. Dopo le sue vittorie, la signora Lawrence ha fondato associazioni di volontariato con il nome del figlio, in attesa della sentenza. Che è arrivata nel gennaio del 2012, quando due sospettati, Gary Dobson e David Norris, furono condannati a un minimo di 15 anni di prigione.