Scienza

Caso Stamina, riflessioni sulla ricerca della verità

La morte di Sophia Maria, una bambina di un anno  malata di Sma, merita una riflessione. Il caso Stamina mi ha fatto guadagnare da parte di alcuni commenti invettive, grossolanità, pregiudizi, insulti, sospetti. Chi ha interpretato i miei post come se fossi un sostenitore di questo metodo si è sbagliato di grosso, come coloro che hanno visto nella mia riflessione sulla scienza e sullo scientismo una sorta di antiscientismo. Ho semplicemente tentato di collocare le mie riflessioni tra coloro che cercano una verità quindi sicuramente dalla parte di Sophia Maria…perché Sophia Maria sino ad ora è l’unica verità certa. Cosa vuol dire essere dalla parte della verità?

Che qualcuno dica  che Sophia Maria è morta perché non ha avuto la possibilità di accedere al metodo Stamina quindi a causa del decreto sulla sperimentazione, è falso. Sophia Maria è morta a causa della sua malattia…che poi in via ipotetica si possa dire  “se Maria Sophia  fosse stata curata con il metodo Stamina…forse non sarebbe morta ”può essere teoricamente detto, ( “controfattuale”), ma in nessun caso può essere accettato come verità e per due ragioni: tutti i “controfattuali” sono ipotetici e immaginari e come tali non sono empiricamente controllabili; il controfattuale per ipotizzare la morte evitabile della bambina avrebbe dovuto assumere come infallibile il metodo Stamina. Per cui chi sostiene che Sophia Maria sia morta per causa della legge dice tre falsità: che il decreto è la causa della morte, che un’ipotesi immaginaria è reale, che il metodo stamina è infallibile. Chi sostiene queste cose è intellettualmente disonesto. La verità serve a combattere la disonestà. Io sono per combattere tutte le forme di disonestà.

Un argomento a volte usato nei commenti ai miei post, ha sostenuto  che il metodo Stamina fosse falso perché chi lo proponeva era un ciarlatano. Questo per chi cerca la verità è un argomento “fallace”. Le “fallacie” sono errori nascosti nel ragionamento che comportano la violazione delle regole di un confronto argomentativo corretto. In questa categoria di argomento  per negare una tesi si scredita chi la propone (argomentum  ad homine). Molti dei commenti che mi sono stati rivolti  sono stati dello stesso tipo. Non si sono discusse le tesi del post ma si è attaccato la persona che ha scritto il post facendo riferimento ad aspetti non rilevanti per la confutazione delle tesi. A seconda dei gusti al posto di incompetente, cretino, ciarlatano, venduto, alcuni di voi avrebbero  potuto mettere comunista, fascista, ebreo, omosessuale, filosofo, terrorista, negro. Per chi cerca la verità una tesi, indipendentemente da chi la propone, va comunque verificata e confutata. E’ la tesi confutata che verifica  l’attendibilità di chi la propone. Non il contrario.

Altri argomenti usati nei commenti ai miei post hanno sostenuto invece che il metodo Stamina non sia vero perché il tal premio Nobel, o il tal istituto scientifico dicono che non può essere vero (argomentum ad verecondiam ). Anche questa per chi cerca la verità è una fallacia. Davanti anche a remote possibilità di verità non si può semplicemente inchinarci all’autorevolezza della scienza…è necessario verificare comunque le tesi proposte perché la scienza non è infallibile. Per chi cerca la verità è una fallacia anche che qualcuno dica: “è noto a chiunque che la scienza…”,” è ben noto che”, “tutti sanno che” ecc (argomentum ad populum). La verità va sempre verificata nei suoi contenuti specie quella che ha a che fare con la vita e la morte delle persone. E infine l’ultima fallacia che ho visto, qua e là, nei commenti, è quella  in cui al fine di screditare una tesi se ne crea una versione fittizia e caricaturale, (argomento dell’uomo di paglia). Anziché confrontarsi nel merito delle tesi poste in discussione si  preferisce esagerare aspetti esteriori di assurdità e di paradossalità.

Tra i miei insegnamenti accademici non dichiarati nella mia sintetica nota biografica, rientra anche “logica e filosofia della scienza” per cui, secondo alcuni commenti, potrei dire di avere la titolarità per discutere di verità e di scienza. Ma sulla morte di Sophia Maria cioè sulla sua verità non può che valere quella dell’onestà intellettuale un genere di onestà che non saranno certamente  i titoli accademici a garantire. Sophia Maria è la verità e come verità abbisogna  di onestà intellettuale, quindi che le regole del confronto corretto non siano violate. Impariamo a discutere onestamente e forse tutti insieme aiutandoci l’uno con l’altro  capiremo fino in fondo la verità che Sophia Maria rappresenta.

Nel prossimo post cambieremo argomento: il governo Letta sta meditando di controriformare la sanità pubblica e per farlo si avvale di fallace, di argomenti ingannevoli, ricorrendo persino al falso ideologico. Difendere i diritti pone un problema di verità e quindi di onestà intellettuale una caratteristica che sembra non appartenere alla politica.