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Europa, Letta: “Non deve essere gabbia per famiglie e imprese, così non ci basta”

Il presidente del Consiglio si è detto convinto che "i nostri problemi si possono risolvere in modo più efficace in un quadro europeo", sottolineando però che "vogliamo molto di più e molto di meglio" dal Vecchio continente. E ha aggiunto: "L'Italia non può tornare ad essere oggetto di scherno"

“Le politiche europee sono la bussola di questo governo, ma l’Europa non deve essere una gabbia di vincoli e procedure che spesso limitano le azioni di famiglie, imprese e cittadini”. E’ l’avvertimento del premier Enrico Letta, intervenuto nell’aula del Senato in occasione delle comunicazioni sul vertice straordinario dell’Ue. Il presidente del Consiglio si è detto convinto che “i nostri problemi si possono risolvere in modo più efficace in un quadro europeo”, sottolineando però che “l’Europa di oggi non ci basta, perché vogliamo molto di più e molto di meglio”.

Letta, dopo avere dichiarato che la lotta all’evasione e alla frode fiscale è innanzitutto un “imperativo morale e dovere ineludibile”, ha spiegato che “tutti abbiamo voluto questo dibattito, perché l’Europa lo merita e lo meritano i popoli europei che fronteggiano la più grossa crisi economica dei tempi recenti. Quello che non meritano sono le tensioni, lo scontro politico fatto sovente di contrasti pregiudiziali”. E ha aggiunto: ”Non possiamo permetterci di vanificare i sacrifici fatti fino ad ora, di suscitare dubbi nei mercati e far tornare l’Italia sotto esame, all’ultimo banco, oggetto di scherno e alzate di spalle”.

L’Ue, secondo il premier italiano, si trova ora “in crisi di legittimità per carenza di risultati. Deve investire la stessa energia messa per il rigore per politiche di crescita e lavoro. Deve far seguire alle parole i fatti. Non deve prendere decisioni, stilare calendari e obiettivi e poi far passare mesi e mesi senza risultati concreti”. Letta ha avvertito infine che l’abrogazione della procedura di deficit eccessivo il prossimo 29 maggio da parte dell’Europa “sarebbe un segnale importantissimo, che traccerebbe una nuova rotta per l’Italia e l’Europa e significherebbe che possiamo cominciare più determinati che mai a fare bene”.