Giustizia & Impunità

Piemonte, minacce ai consiglieri indagati per rimborsi: “E’ colpa dei giornalisti”

Il presidente del Consiglio regionale spiega che le lettere di insulti sono state consegnate alla Digos. E, così come il presidente del gruppo consiliare del Pdl, attacca la stampa, che provoca "il clima di opinione ostile alle istituzioni e a chi le rappresenta"

Insulti e minacce ai consiglieri regionali del Piemonte indagati per i rimborsi. Lo ha reso noto venerdì, dopo la prima settimana di interrogatori, il presidente del gruppo consiliare del Pdl, Luca Pedrale. Secondo lui i responsabili di questo clima sono i giornalisti: “Questi fatti sono il risultato della campagna di denigrazione e di odio che alcuni giornali hanno lanciato da diverse settimane contro tutti i consiglieri”, ha affermato il politico, tra i primi sospettati.

I messaggi, inviati martedì, sono stati recapitati tra giovedì e venerdì. Prima è arrivata una lettera all’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, poi alcune cartoline scritte a macchina con messaggi identici destinate al capogruppo Pdl Pedrale, al capogruppo della Lega Nord Mario Carossa, a quello di Fratelli d’Italia Franco Maria Botta e infine ai consiglieri del centro-destra: Carla Spagnuolo, Roberto Tentoni, Gian Luca Vignale, Gianfranco Novero e Roberto Boniperti. Il presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo sa che “una lettera è arrivata pure al capogruppo del Pd Aldo Reschigna”. “Le abbiamo ricevute tutti”, informa Davide Bono del Movimento 5 Stelle.

Il messaggio, da quanto riporta La Stampa, è: “Siete tutti ladri e miserabili. Spreconi, la pagherete”. Nelle lettere a Pedrale e Botta le minacce sono estese alle famiglie: “Avete rubato? Abbiate almeno la dignità di restituire i soldi. E se non lo farete, pagherete voi e le vostre famiglie. Vi manderemo lettere che si incendieranno”.  L’edizione locale de La Repubblica ne riporta altri: “La tua vita ogni giorno sarà una sorpresa” e “Ogni momento è buono per renderti una vita di preoccupazioni per tutti i tuoi famigliari”.

Cattaneo dice a ilFattoQuotidiano.it che “tutte le lettere sono state raccolte e consegnate alla Digos. Lunedì daremo altro materiale. Nei prossimi giorni poi i singoli consiglieri potranno sporgere denuncia contro ignoti”. Tuttavia pure lui indica nello “stillicidio di notizie e di indiscrezioni che quotidianamente si ripetono” le cause che provocano “il clima di opinione ostile alle istituzioni e a chi le rappresenta”, con il rischio di “alimentare un clima di odio che potrebbe sfociare in fatti tragici, come è successo pochi giorni fa davanti a Palazzo Chigi”. Per questo Pedrale ha fatto sapere di aver “richiesto alla sicurezza del Consiglio regionale e alle forze dell’ordine di aumentare il livello di sicurezza verso i consiglieri regionali, in particolare per quanto concerne la ricezione di buste e pacchi postali”. Nella mattinata di sabato Cattaneo ha avuto dei colloqui con il prefetto e con il dirigente della Digos, ma nega che siano in vista nuove misure di sicurezza.

Dure le condanne da parte di tutti gli esponenti politici piemontesi, anche se c’è chi preferisce mantenere un profilo basso, come il leghista Carossa che non dà molto peso a questi messaggi, o Bono del M5S: “Secondo me è un mitomane”. Pure i radicali condannano le minacce, però ribadiscono che “è del tutto sbagliato imputare ai giornalisti di avere istigato, volenti o nolenti, gli autori delle lettere miserevoli. I giornalisti fanno il loro mestiere, che è quello di cercare notizie e di pubblicarle; tanto più se la notizia è eclatante come in questo caso: 56 consiglieri regionali su 60 sono sottoposti a indagini per scorretto utilizzo di fondi pubblici”.