Zonaeuro

Ue: “Deficit sotto il 3% ma aspettiamo riforme”. Disoccupazione verso record

Questo "facilita la chiusura della procedura di infrazione" contro il nostro Paese, afferma Bruxelles. Ma avverte che "non ci sono segni di ripresa a breve" e che il Pil "continua a contrarsi, sulla base di persistente incertezza, difficoltà di accesso al credito e fiducia ancora negativa"

Notizie contrastanti da Bruxelles. L’Unione europea stima che il deficit italiano si fermerà al 2,9 per cento nel 2013 e scenderà al 2,5 per cento nel 2014, confermando che il nostro Paese è sulla buona strada per chiudere la procedura di infrazione per disavanzo eccessivo. Ma ha anche avvertito che per l’Italia “non ci sono segni di ripresa a breve” e che il Pil “continua a contrarsi”, portandosi a -1,3 per cento per il 2013 e +0,7 per cento nel 2014, “sulla base di persistente incertezza, continua difficoltà di accesso al credito e fiducia di imprese e consumatori ancora negativa”.

“Il deficit sotto il 3 per cento facilita la chiusura della procedura per l’Italia”, ha detto l’Ue, ma questa “resta soggetta agli impegni di consolidamento” e “al dettaglio delle riforme” contenute nel programma di stabilità che Bruxelles si aspetta dal governo “nelle prossime settimane”. Letta ha annunciato “molte misure per rafforzare la crescita”, ha spiegato il commissario agli affari economici Olli Rehn, “e perciò prima di annunciare la chiusura della procedura dobbiamo valutare le misure che il governo ci proporrà”.

Considerando gli altri Paesi, il commissario Ue ha avvertito invece che “è ragionevole” concedere due anni di tempo in più alla Francia per portare il disavanzo sotto il 3 per cento, confermando anche i due anni in più alla Spagna, per cui è “consigliato” rinviare il taglio del deficit dal 2014 al 2016.

Bruxelles ha lanciato poi un avvertimento sulla disoccupazione che, nelle nuove previsioni della Commissione Ue, continuerà a crescere in Italia fino a livelli record: nel 2013 arriverà all’11,8 per cento fino al picco del 12,2 per cento nel 2014. L’allarme europeo riguarda anche l’impennata del debito pubblico, che sale al 131,4 per cento nel 2013 e al 132,2 per cento nel 2014 (dalle stime precedenti che lo davano al 128 per cento nel 2013 e al 127 per cento nel 2014). Con il debito “così elevato è necessario proseguire con il consolidamento dei conti anche dopo l’eventuale uscita dalla procedura per deficit”, ha dichiarato Rehn, spigando che l’Italia deve soprattutto “riprendere competitività e capacità di crescita”.

A pesare è soprattutto l’effetto del decreto per la restituzione dei debiti della pubblica amministrazione. “Il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione sosterrà una moderata ripresa a partire dal terzo trimestre 2013″, ha scritto la Commissione Ue, “a causa dell’immediato impatto sugli investimenti pubblici e delle migliori condizioni di liquidità per le imprese che porteranno graduali benefici”.