Società

Sparatoria Palazzo Chigi, l’attribuzione della colpa

Le persone meno sofisticate politicamente tendono ad attribuire la diseguaglianza a cause personali dell’individuo, persone più evolute tendono a considerare sia i fattori personali che le cause sociali. E’ quanto sostiene Patrizia Catellani, professoressa di psicologia sociale e politica della Cattolica di Milano.
Vediamo cosa significa. 

Diverse ricerche hanno dimostrato una tendenza umana a interpretare il comportamento individuale come un riflesso delle disposizioni e del tratti personali più che come un prodotto della situazione questo è un errore fondamentale di attribuzione. Di solito tendiamo a spiegare gli eventi negativi che coinvolgono gli altri dando delle motivazioni alla personalità altrui, quando gli stessi eventi sono causati da noi stessi, attribuiamo la colpa agli eventi esterni.

Questa distorsione del giudizio serve a non farci perdere autostima e a giustificarci al cospetto del mondo. Se l’evento negativo è provocato da una persona del nostro stesso gruppo sociale, tendiamo ad identificarci e ad attribuire le cause dell’evento a fattori esteriori più che al carattere o personalità della persona. Gli elettori di destra e conservatori, secondo una ricerca di Zucker e Weiner, tendono a ricondurre la povertà a cause di natura individuale quindi sono più propensi a biasimare i poveri o i disoccupati e ritengono ingiuste le loro rivendicazioni nei confronti dello Stato. Gli elettori progressisti invece, tendono ad attribuire povertà e disoccupazione a problemi strutturali della società e sono più propensi alla sostenere rivendicazioni e programmi a supporto dei poveri.

Come possiamo notare da queste ricerche di psicologia politica è ovvio che la destra recentemente di nuovo al potere tenda ad attribuire l’attentato alla ” follia” dell’attentatore e provi a dare la colpa agli ” estremisti di sinistra” o a Grillo. Invece, coerentemente con i risultati delle ricerche di psicologia politica, esponenti progressisti come la Boldrini e molti elettori, pur condannando vivacemente l’uso della violenza, attribuiscono non all’opposizione o alla malattia mentale, ma alla grave crisi economica e agli errori della politica, il grave fatto occorso. La psiche umana reagisce agli stimoli ambientali in modo diverso, indubbiamente c’è un fattore enorme di stress dato dalla crisi economica, altro fattore di stress è l’immobilismo e la corruzione politica.

Fattori intrinsechi all’individuo, fattori sociali oggettivi, portano a gesti estremi. Chi tende a non analizzarli in modo razionale e umano, chi cerca di strumentalizzarli, è certamente fuori da un consesso civile e non aiuta i cittadini ad elaborare un evento traumatico in modo collettivo. La politica deve dare risposte, se sono quelle di Alemanno o di Sallusti o della prima pagina di oggi de Il Giornale, si prevedono tempi assai cupi. Molto meglio sarebbe prendere in considerazione il reddito minimo garantito che esiste in tutta Europa tranne che da noi e in Grecia.