Giustizia & Impunità

Mafia, sciolti sei comuni in Calabria, Campania e Sicilia

Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento dei comuni di Polizzi Generosa, Mascali, Melito Porto Salvo, Siderno, San Calogero e Quarto, dove il deputato Pdl nel 2011 "lanciò" l'elezione di Armando Chiaro, arrestato con l'accusa di essere il referente politico degli interessi del clan Polverino

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, ha deliberato lo scioglimento di sei Consigli comunali per infiltrazioni mafiose. Si tratta di Polizzi Generosa (Palermo), Mascali (Catania), Quarto (Napoli), Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Siderno (Reggio Calabria), San Calogero (Vibo Valentia). Il cdm, al termine della riunione, ha inoltre prorogato di 6 mesi lo scioglimento del consiglio comunale di Nardodipace (Vibo Valentia).

Il comune di Quarto, uno dei feudi del presidente dimissionario della provincia di Napoli, Luigi Cesaro, è da tempo nel mirino della magistratura per i legami dei suoi esponenti con la criminalità organizzata. Nel maggio 2011 il paese fu teatro di un episodio quasi grottesco: il coordinatore cittadino del Popolo della libertà Armando Chiaro fu eletto in Consiglio dopo aver ricevuto quasi 400 preferenze. Peccato che, al momento del voto, Chiaro si trovasse in carcere da due settimane, con l’accusa di essere il referente politico del clan Polverino e di aver fatto da prestanome dei boss. All’epoca dei fatti la procura aveva depositato al Riesame 22 intercettazioni tra Chiaro e Cesaro (non indagato), discutevano dell’ingresso di “Noi Sud” nella coalizione di Quarto, che il coordinatore regionale Pdl Nicola Cosentino (anch’egli non indagato) avrebbe alla fine imposto agli azzurri locali.