Politica

Anche l’Europa mette il dito sulla stretta di Roma agli enti locali

Il Consiglio d'Europa evidenzia “l'assenza di meccanismi che consentano al governo di consultare regioni province e comuni sulle modalità di assegnazione delle risorse finanziarie” e stigmatizza lo scarso coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale democratico della loro comunità

Enti locali senza soldi e spogliati quasi di ogni potere. Questo è il succo del rapporto “La democrazia locale e regionale in Italia” redatto a Strasburgo dal Congresso dei poteri locali  regionali del Consiglio d’Europa (CPLRE). Il quadro che ne viene fuori è fatto di una moltitudine di comuni, provincie e regioni schiacciate nelle loro attività quotidiane dalla presenza invasiva di Roma. A dirlo non è l’Anci ma una un’istituzione che rappresenta gli enti locali dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa

Nelle pagine del rapporto, si legge che i relatori si rammaricano del fatto che “non sia pienamente rispettato il diritto degli enti locali di amministrare una parte importante di affari pubblici” e che “i meccanismi di perequazione finanziaria siano insufficienti e assenti le procedure di consultazione relative alla redistribuzione delle risorse finanziarie agli enti locali”. Scarso poi il coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale democratico della loro comunità. Per questo il Congresso chiede che l’Italia “ratifichi il protocollo alla Carta europea dell’autonomia locale sul diritto dei cittadini a partecipare nella gestione delle loro collettività”, partecipazione che da protocollo “deve essere garantita attraverso consultazioni, referendum locali, petizioni, e l’accesso ai documenti degli enti locali”.

E poi i soldi. Il Consiglio d’Europa evidenzia “l’assenza di meccanismi che consentano al governo di consultare gli enti locali in modo appropriato sulle modalità di assegnazione delle risorse finanziarie”, che neanche a dirlo sono sempre meno. Si perché il rapporto non prende ancora in considerazione gli effetti della spending review approvata per raggiungere, in modo tutt’altro che indolore, il pareggio di bilancio concordato a Bruxelles.

“La spending review ovviamente ha peggiorato una situazione già di per se precaria”, dice Emilio Verrengia, vicepresidente del CPLRE e Segretario generale aggiunto dell’AICCRE (sezione italiana del CCRE). “Ho più volte denunciato le violazioni da parte dei nostri Governi della Carta europea dell’autonomia locale. Ne abbiamo sempre fatto una questione di democrazia: se sono penalizzati gli enti locali lo sono di conseguenza soprattutto i cittadini”. Sulla spending review, comuni, province e regioni sono tutti d’accordo, tant’è che perfino il presidente dell’Anci e sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio (Pd) e il governatore del Veneto, Luca Zaia (Lega Nord), condividono la stessa posizione: il patto di stabilità deve essere sforato.

Dici Zaia e viene in mente il federalismo fiscale promesso da anni dalla Lega e mai realizzato concretamente. Alla luce del rapporto del Consiglio d’Europa si potrebbe pensare che questo federalismo potrebbe aiutare a risolvere la situazione. Lo stesso CPLRE invita le autorità nazionali “a completare il progetto di riforma sforzandosi di adattare le risorse alle funzioni svolte a livello locale e regionale e vigilando affinché gli enti territoriali dispongano di risorse adeguate”. Ma attenzione, specifica Verrengia, “va bene federalismo ma non se questo vuol dire avvantaggiare le regioni più ricche a discapito di quelle più povere”.

@AlessioPisano