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Crisi, Juncker: “Non escludo il rischio di una rivolta sociale in Europa”

L'ex presidente dell'Eurogruppo ha lanciato l'allarme dal vertice di Bruxelles precisando che bisogna "spiegare meglio le nostre politiche" di austerity, ma che queste "non devono nuocere alla crescita". E sull'Italia: "Non ha bisogno di un piano di salvataggio"

L’ex presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha lanciato l’allarme. Le politiche di austerity e rigidità dei paesi europei rischiano di peggiorare la situazione e aumentare le tensioni. “Non escluderei il rischio di una rivolta sociale” ha detto al suo arrivo al vertice europeo a Bruxelles.

Il premier lussemburghese, parlando della crescente insofferenza contro le politiche di austerity ha dichiarato necessario “spiegare meglio le nostre politiche, sviluppando l’idea semplice per cui se non cerchiamo di combattere il deficit e il debito si corre un rischio ancora più grosso”. E ha precisato: “Io sono per il rigore e per l’affidabilità. Oggi come ieri sono per il consolidamento di bilancio, ma serve che le misure di raddrizzamento dei conti che prendiamo non nuocciano alla crescita, serve flessibilità intellettuale e artigianale”. Mentre sulla situazione italiana ha dichiarato: ”Non credo che l’Italia avrà presto bisogno di un piano di salvataggio”.