Politica

Berlusconi e l’uso distorto dei dati sull’antimafia

Il leitmotiv di Silvio Berlusconi sulla lotta alla mafia in questa campagna elettorale sono tre dati che porta a vanto del successo del proprio Governo: 32 su 34 dei più pericolosi latitanti consegnati alla giustizia, più di 6 mila presunti mafiosi arrestati, e 20 miliardi di euro sequestrati, di cui la metà confiscati.

Il primo dato è vero, l‘ha confermato il giornalista Davide De Luca. Quel che è inesatto è che quando Berlusconi parla di 32 dei più pericolosi latitanti, parla di latitanti in generale e non di latitanti mafiosi. Andando a fare una ricerca sulle relazioni semestrali preparate dalla Direzione Investigativa Antimafia e scorporando i dati dell’ultimo Governo Berlusconi si scopre che in realtà sono 12 i latitanti mafiosi arrestati tra il secondo semestre del 2008 ed il secondo semestre del 2011. Non quei 32.

Sempre analizzando i dati forniti dalla DIA si scopre che i numeri complessivi riguardanti le ordinanze di custodia cautelare nei confronti delle varie mafie italiane e straniere raggiungono quota 9.436. In base poi alle relazioni semestrali, gli arresti in flagranza, i fermi, le esecuzioni di pena e le ordinanze di custodia cautelare emesse a seguito di attività della DIA ammontano per l’ultimo Governo Berlusconi a 1.019: ben lontani da quei 6 mila presunti mafiosi.

Ma il dato ancora più lontano dalla realtà riguarda i 20 miliardi sequestrati alla criminalità organizzata, di cui la metà sarebbero stati confiscati. Anche qui dalle rilevazioni statistiche fornite dalla DIA scopriamo che il valore dei sequestri e delle confische, per un periodo temporale che va dal 1992 al 2011 (ben superiore ai Governi Berlusconi), è di circa 14 miliardi, dei quali tra l’altro le confische sono circa due miliardi. Delle due l’una: o la DIA si sbaglia, o quei 20 miliardi si riferiscono ad altro. Oppure è un dato totalmente inventato?

Siamo abituati agli spot da campagna elettorale, ma l’uso distorto dei dati che gioca sulla scarsa conoscenza e la quasi impossibilità di verifica degli stessi è più che vergognosa da parte dell’ex Presidente di un Governo che vanta i propri successi come i migliori in tema di lotta alla mafia. Siamo al solito giochetto in cui i numeri vengono lanciati e interpretati a proprio piacimento, nella convinzione, purtroppo troppo spesso vera, che tanto nessuno li andrà a controllare. La materia per di più è noiosa, complicata, e non ne capiamo l’utilità pratica. Così crediamo a tutto quello che ci viene detto, calato dall’alto, e lo sorbiamo facendolo nostro nell’auto convinzione che, almeno sulla lotta alla mafia, il signor B. abbia ragione. Non è così.