Diritti

Canada, equiparate al matrimonio le unioni gay. Se contratte all’estero

Una Corte Superiore dell’Ontario, provincia centro-orientale del Canada, ha sancito che le coppie dello stesso sesso unite civilmente fuori dal Canada hanno diritto – al momento della eventuale separazione – agli stessi diritti garantiti coll’istituto del divorzio matrimoniale.

La decisione del Tribuanale equipara de facto per il Canada l’istituto delle unioni civili, l’unico disponibile in molti paesi occidentali, a quello matrimoniale: “Decidere diversamente sarebbe stato perpetrare una inammissibile discriminazione“, ha scritto nella spiegazione della sentenza la signora giudice Ruth Mesbur, “sono del parere che equiparare l’unione civile straniera a qualcosa di meno del matrimonio sarebbe stato andare contro ai valori espressi dalla società canadese“.

La sentenza è stata presa riguardo a una coppia di cittadini canadesi che si erano uniti civilmente nel Regno Unito, dove vivevano e dove il matrimonio per tutti non è ancora riconosciuto dalla legge, anche se le unioni civili sono state equiparate al matrimonio dal Parlamento di Westminster. Tornati nel 2010 in Canada, quando la relazione è giunta al termine uno dei due ex uniti ha richiesto i benefici garantiti dall’istituto del divorzio, ma la controparte ha sostenuto che questi non dovevano essere concessi dal momento che la coppia non era sposata in Canada, e ha chiesto il parere del Ministero della Giustizia. Il Ministero, tramite i suoi avvocati, si è pronunciato in favore della controparte, avallando così la necessità di una causa. La questione è dunque finita dinanzi a una Corte Superiore della Provincia di residenza, l’Ontario.

La decisione del Tribunale canadese è importante perché segna un ulteriore passo nel riconoscimento del diritto al matrimonio per tutti i consenzienti adulti non consanguinei, a prescindere da ogni altra considerazione.

Sul quotidiano più influente del Paese, il Globe and Mail, oggi compare un editoriale a firma di Robert Leckey che stigmatizza il secondo tentativo in un anno del Ministero della Giustizia di infilarsi tra le lenzuola dei cittadini canadesi e di tradire un retropensiero di non piena uguaglianza, quando si tratta di unioni fra persone dello stesso sesso.

Nel 2012, infatti, gli avvocati del Ministero dichiararono che i matrimoni gay celebrati in Canada fra cittadini non canadesi non avevano validità. In seguito alle proteste dell’opinione pubblica, il Governo ha cercato di aggiustare il tiro promettendo una legge che chiarisse la questione, in favore del principio di uguaglianza. Il progetto di legge è però rimasto nei cassetti del Governo. Il ministero della Giustizia è guidato dall’avvocato On. Robert Nicholson, esponente di punta del governo conservatore di Stephen Harper, il quale però ha più volte preso atto ufficialmente di appoggiare il diritto al matrimonio per tutti dopo aver tentato di opporsi per due volte al Parlamento di Ottawa–e avendo perduto ambedue le volte, la seconda in misura crescente rispetto alla prima.