Società

Caro Babbo Natale, ci regali una class action contro i politici?

Un anno è passato. E’ successo di tutto e stiamo peggio di prima. Siamo arrivati ben oltre l’indignazione, l’esasperazione. Siamo disgustati. 

Una volta si diceva “travolto dallo scandalo” eccetera, eccetera. Adesso no, ma davvero no. Stanno tutti lì, statuari, e chi li sposta…

Il cuore mi si è stretto in una morsa, quando ho visto la foto di una signora che, senza avere affatto l’aria di una clochard ma di una nonna come tante, rovistava in un cassonetto dell’immondizia!  A questo ci siamo ridotti! Era la brochure di un movimento di protesta cittadiniesasperati.it sotto un grido di disperazione: Casta adesso Basta!

Babbo natale, ho sfogliato per te qualche titolo di giornale degli ultimi mesi:

Fiorito è un capolavoro. Nemmeno Martin Scorsese te lo poteva inventare. Ha quello che si dice il “physique du role” . Impassibile, vagamente sorridente, quando una povera crista  gli urlava in faccia: “Facciamo cambio di stipendio. Io prendo il suo e vediamo se lei con il mio arriva a fine giornata”.

Stiamo consegnando il paese a un comico. Ma meglio lui di tanti politici ridicoli come pagliacci.

Yacht, soldi all’estero e feste a Portofino: la vita d’oro dell’esattore. 

Altra archistar dello scuorno, Giuseppe Saggese, concessionario della riscossione delle imposte per 460 Comuni italiani. La sua società Tributi Italia ha fatto sparire 105 milioni. Agli amici diceva “per lavorare mi sono rovinato…!” Come argent de poche prelevava dalla cassa, contanti, diecimila euro al giorno, preparati ogni mattina dalla sua segretaria. 

Formidabile, la realtà surclassa la fantasia!!!

Berlusconi si ricandida. Ma non è la peggiore delle notizie. Anche perché con i suoi interventi nel salotto vespasiano ci farà ancora sbellicare dalle risate.

Ci faranno diventare tutti dei manettari forcaioli. Forca per tutti! Per fare tabula rasa di questa melma, l’unico modo è una rivolta. Scendere in piazza. Ma siamo diventati tutti troppo fraccomodi, iPhone da un lato e iPad dall’altro, inebetiti elettronicamente da droghe telematiche che ci stordiscono per sopportare la miseria delle nostre esistenze. Chiniamo ancora la testa, chiudiamo ancora gli occhi, subiamo l’ennesimo affronto, l’ennesima ruberia, e per non pensarci, facciamoci un giro su Facebook o facciamo al coda al freddo per assicurarci un iPhone 5, così ci parrà vero che siamo tutti in un bel paese democratico, con la più bella costituzione del mondo, tutti felici e benestanti, grazie al bel lavoro dei nostri affezionati (dis)onorevoli.

Nell’antica Roma chi derubava lo stato finiva sulla croce, a riflettere sul buon utilizzo della res publica. Ora non si può. Eppure tutte le volte che, nella Storia, qualche governante si comportava come i nostri, perdeva la testa. Nel senso che gliela tagliavano. Gliela tagliava il popolo inferocito. Bastava anche meno. Ma noi, noi democratici costituzionali, che ci diamo vanto di aver le più belle leggi del mondo, noi no, noi subiamo. In silenzio. Ci facciamo calpestare il volto dai piedi di coloro che devono difendere queste leggi. Ci hanno insegnato che non sta bene appendere i ladri, i corrotti e i corruttori, che non usa più. E non diciamo nulla. Eppure Qualcosa di legale potremmo anche farlo. Forse.  

Come suggeriva una mia cara e saggia amica, la zarina dell’editoria, potremmo almeno tentare  di fare una class action (in America si portano assai) contro lo Stato. Una bella causa, impacchettata con un bel nastro, a firma di tutti gli italiani offesi,  licenziati, esodati, spolpati, cassintegrati, mobilitati, Imu-nizzati, Iva-ti, accertati e, soprattutto, quotidianamente infinocchiati. Oppure, continuare a far finta di niente, borbottando improperi mentre sorseggiamo il caffè, leggendo il giornale sperando che un giorno qualcun’altro ci pensi. A cambiare le cose. Tanto che ci vuoi fa’…? Dobbiamo tutti tirare a fine mese, la politica è per chi non ha pensieri.

Dai Babbo Natale, pensaci, ce la fai trovare una class action infiocchettata sotto l’albero? In fondo, con un solo regalo fai contenti tanti di noi.

Intanto buon Natale!

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