Politica

Bersani per Monti, Monti per Bersani

Sono rimasto abbastanza sorpreso da tutta la confusione che si è fatta in questi giorni sulla candidatura di Mario Monti alle prossime elezioni. Secondo molti commentatori, sembra quasi che nel Pd si tema una candidatura del Presidente del Consiglio come rappresentante italiano del Partito Popolare Europeo. In questa chiave si leggono le dichiarazioni di D’Alema e Bersani sull’eventualità della candidatura di Monti. Qualcuno, fra cui Silvio Berlusconi, ha perfino fatto trapelare l’idea che Monti potrebbe essere il candidato unico dell’area di centro-destra. Davanti alla sua candidatura, il piduista di Arcore sostiene (a ore alterne, proprio perché Berlusconi è insincero) che potrebbe fare “un passo indietro” pur di consentire a Monti di vincere le elezioni contro la coalizione di centro-sinistra guidata da Bersani.

Per come la vedo io, le cose stanno in modo molto, molto diverso.

La ‘discesa in campo’ alle elezioni di Mario Monti sarebbe, secondo me, a capo di una forza centrista con dentro tutti quelli che ci vogliono stare e che hanno sostenuto il governo Monti, tranne Silvio Berlusconi. E’ mia convinzione personale che Monti disprezzi Berlusconi in modo ancor più profondo di quanto danno a vedere i leader conservatori del PPE e quelli progressisti del PSE. Per una Merkel che fa lo slalom pur di non incrociare il pagliaccio di Arcore, o un Hollande che perde la pazienza in conferenza stampa e a momenti manda a quel paese l’ex Presidente del Consiglio italiano e le sue sconclusionate affermazioni sulla Francia, lo humour britannico e il sarcasmo di Mario Monti nei confronti di Berlusconi, Alfano, del PDL e della intera compagnia di giro della destra italiana mi sembrano delle rasoiate molto più cariche di disprezzo intellettuale, politico e disgusto su livello personale.

Prevedo dunque alle prossime elezioni la formazione di un cartello di forze, probabilmente sotto simbolo unico, fra Udc, Fli, Italia Futura, altre piccole realtà minori e transfughi del PDL che forse si chiameranno Italia Popolare. Questa forza di Centro, potrà essere guidata direttamente o indirettamente da Mario Monti, ma presenterà comunque Monti come loro candidato ideale a Palazzo Chigi. Questa formazione non credo nutra alcuna speranza di togliere alla coalizione Pd-Sel la vittoria alla Camera dei deputati, nemmeno nel caso di una (improbabilissima) scissione di parte del PD, che porterebbe via alcuni dirigenti con pochi voti. Certo: qualche punto percentuale il Centro di Monti lo toglierà di sicuro al PD, magari proprio a cominciare da quegli elettori nuovissimi del Partito democratico che nei sondaggi dichiarano per la prima volta di sostenere Bersani, magari convinti dall’exploit di Renzi alle primarie, o ben invogliati dalla serie di mosse brillanti messe a segno dal centro-sinistra negli ultimi tempi (su tutte, primarie per il leader e primarie per i candidati).

Ma la vera funzione di questa forza di Centro montiano sarebbe, in realtà, di togliere le castagne dal fuoco a Bersani al Senato. Perché senza la candidatura federativa del centro di Monti, è vero che una ennesima candidatura in prima persona di Berlusconi, forte del suo quasi intatto potere mass-mediatico, potrebbe raccogliere attorno a sé ancora un 15-20% dei voti, in grado di costringere Bersani al Senato a fare i conti col pallottolliere, o persino a creare una condizione di “nessun vincitore” per via delle assurdità dei premi regionali. Ecco allora che un Centro federato sotto il brillante nome di Monti potrebbe togliere un sano 50% di suffragi a Berlusconi, relegandolo a percentuali a una sola cifra.

Naturalmente, per Bersani la differenza sarebbe enorme: un conto è dover trovare al Senato un accordo politico post-elezioni con Mario Monti e chi lo sosterrà (da Casini a Fini, passando per Montezemolo), altro conto, ça va sans dire, sarebbe dover fare quell’accordo con Berlusconi.

Ecco perché, a mio parere, la candidatura di Monti alle prossime elezioni è un po’ una restituzione del favore politico che Monti vuol rendere a Bersani. Dopo essere stato sostenuto per un anno da Bersani e dal Pd, in condizioni oggettivamente difficili, ora Monti ha deciso di rendere meno difficile la vittoria per Bersani al Senato. Quale sarà poi la natura dell’accordo, non si può dire adesso, ma a naso non credo che Monti imporrà la sua figura come Presidente del Consiglio: quella è la poltrona che spetterà, in virtù del voto popolare alla Camera, a Pierluigi Bersani. Monti mira a impedire un governo Bersani-Vendola che smantelli l’opera del suo governo, e mira poi, per sé, ad altri colli, a Roma o in Europa.