Società

Piazza Italia e le provocazioni della ‘gente comune’

Piazza Italia è «sponsor della gente comune», e l’abbiamo capito. Vuol dire che da alcuni anni l’agenzia Diaframma e il fotografo Carlo Furgeri Gilbert fanno per l’azienda campagne pubblicitarie fotografando donne e uomini di tutte le età, presi dai luoghi di lavoro o per strada, e gli fanno dire cose. Nel 2010 la «gente comune» di Piazza Italia diceva «Be intelligent», ribaltando (ma cavalcando) il «Be stupid» di Diesel; l’anno scorso facce normali, serissime e inserite in ambienti quasi dimessi dicevano «I veri miracoli li facciamo noi», facendo riferimento alla crisi economica (vedi Quando la crisi e la gente comune entrano in pubblicità).

Quest’anno Piazza Italia alza il tiro, facendo dire alla «gente comune» le cose più disparate. Una donna procace con seno a vista: «Sono pronta a entrare in politica»; un ragazzo con aria da figlio di papà spensierato: «Se mi bocciano un’altra volta, magari mi fanno consigliere»; una tipa con broncio e caschetto: «Co co co, Co co pro e il pulcino Pio»; un’altra, assorta come stesse pregando: «Beati, quelli che non pagano l’Imu»; un giovane con barba del giorno prima: «Ma esistono aziende che non cercano volontari?». E così via: 14 manifesti disseminati nelle più importanti città italiane, dal 15 novembre a Natale, per un costo complessivo di 2 milioni di euro (dato aziendale, vedi questo articolo su Lettera 43).

La campagna ha ovviamente suscitato polemiche, incluse quelle di strumentalizzazione del corpo femminile per la giovane «pronta a entrare in politica». Rispondo al volo alle domande più frequenti che mi sono state fatte: