Cronaca

Soldera-Case Basse, distrutta la cantina del Brunello. “Atto intimidatorio”

Gianfranco Soldera, bandiera del vino di qualità, voce categorica e appassionata contro i compromessi delle associazioni e i soprusi dell’industria, la notte scorsa ha perso tutta la sua produzione futura: subendo un atto vandalico che disperde oltre 600 ettolitri di vino

La notte scorsa (fra il 2 e il 3 di dicembre) a Case Basse, vicino a Montalcino, l’intera produzione di Brunello dell’azienda Soldera è finita dispersa sul pavimento e quindi nelle fognature. Ignoti hanno forzato il maniglione antipanico di una porta finestra antisfondamento, si sono intrufolati nella nota cantina dell’azienda aprendo le valvole d’acciaio delle botti di legno in cui stavano maturando i vini delle ultime annate di Brunello che Soldera avrebbe dovuto imbottigliare: 2007-2008-2009-2010-2011-2012. Per oltre 600 ettolitri.

Un danno inestimabile per un’azienda famigliare con pochi ettari di vite, che ha per più di trent’anni prodotto solo dalle 10 alle 15mila bottiglie l’anno. Un atto, sembra, fatto a scopo intimidatorio, giacché nella cantina non è stato rubato nulla: né vini imbottigliati né attrezzature.

Gianfranco Soldera, 75 anni, è da decenni una delle voci più autorevoli, oltre che uno degli interpreti più eccellenti, della viticoltura italiana. Sono note le sue opinioni categoriche e caparbie, come è nota la sua strenua difesa dei vini d’alta qualità, della viticoltura famigliare e artigiana affossata dalle industrie, del territorio di Montalcino (vedi articolo del 2010). Soldera non si è mai tirato indietro, anche a costo di scontrarsi con le associazioni più rappresentative come il Consorzio, o nei momenti più difficili come Brunellopoli. Soldera ha da sempre rappresentato un modello di viticoltura, e di condotta, senza compromessi. Una sorte di coscienza locale. Pur se nato a Treviso, e cresciuto a Milano, broker d’assicurazione convertito in vignaiolo, Soldera ha espresso e difeso al meglio il territorio e il vino dei Montalcino come pochi “ilcinesi” sono riusciti a fare. Aprendosi anche alla ricerca universitaria e stimolandola.

La famiglia Soldera dichiara che non si farà intimidire da questo “atto mafioso” e continuerà la sua attività. A Montalcino ovviamente sono tutti allibiti e parlano di “irrecuperabile danno d’immagine al territorio”. Di certo, per i prossimi 6 anni, non avremo il Brunello di Soldera: ovvero uno dei vini rossi più importanti d’Italia e del mondo.