Cronaca

Sequestro Spinelli, Aisi avvia indagine interna su ruolo scorta Berlusconi

E' stato il direttore del servizio segreto, il generale Arturo Esposito, in un’audizione al Copasir a svelare questo particolare nell'ambito della audizione di oggi del Comitato, presieduto da Massimo D'Alema. Ancora molti i misteri sul rapimento del tesoriere del Cavaliere che diede al contabile una tutela

Al mistero del sequestro del ragionier Giuseppe Spinelli, uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, si aggiunge un nuovo tassello. L’Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna, ha avviato un’indagine interna sul rapimento dell‘ufficiale pagatore delle Olgettine, tenuto prigioniero per dodici ore da una banda mista di italiani e albanesi. Il servizio segreto italiano vuole accertare il ruolo svolto dal personale assegnato alla tutela dell’ex presidente del Consiglio. Nelle concitate fasi del sequestro; dodici ore di prigionia e oltre trenta ore di silenzio prima che la Procura di Milano fosse informata, il contabile sarebbe stato “soccorso” – come ha poi spiegato l’avvocato Niccolò Ghedini  – proprio dal Cavaliere che avrebbe offerto al suo tesoriere, provato e preoccupato di quanto avvenuto, “una abitazione e una scorta privata”. 

E’ stato il direttore dell’Aisi, generale Arturo Esposito, in un’audizione al Copasir a svelare questo particolare nell’ambito della audizione di oggi del Comitato, presieduto da Massimo D’Alema, che verteva sulla riorganizzazione dell’Agenzia in relazione al rafforzamento dell’attività in materia di cyber-crime e di intelligence economica e sulla situazione dell’ordine pubblico. 

La scorta del Cavaliere è composta di 40 uomini delle forze dell’ordine scelti personalmente dall’ex presidente del Consiglio e cooptati nel servizio segreto con uno stipendio speciale. Una tutela particolare che, anche ora che il leader del Pdl non è più primo ministro, continua ad avere.

Le indagini sul rapimento, coordinate dalla Procura di Milano, sono tuttora in corso. I rapitori, arrestati dalla Squadra Mobile di Milano, in alcuni casi come quello del capo Francesco Leone, hanno cominciato a collaborare. Sono però ancora moltissimi gli aspetti da chiarire come per esempio la presenza di Leone a Segrate per due ore a sequestro già iniziato: il telefonino di Leone ha agganciato una cella in zona  (dove c’è sia l’ufficio di Spinelli, ma anche una sede Mediaset) dalle 22.11 alle 23.18; ma anche l’assenza di qualsivoglia documentazione nella chiavetta Usb in cui a detta dei banditi ci sarebbero stati documenti in grado di ribaltare la sentenza sul Lodo Mondadori, che ha condannato Berlusconi a pagare 560 milioni di euro alla Cir di De Benedetti.

Quella notte, tra il 15 e il 16 ottobre, non erano riusciti a mostrare gli ormai famigerati documenti sulla “Guerra di Segrate” per cui avevano chiesto 35 milioni di euro. L’ipotesi del pagamento di un riscatto è ancora al vaglio degli inquirenti, ma ancora non avrebbe trovato conferme: tutte le cassette di sicurezza trovate e perquisite sono state trovate vuote e anche nelle case degli indagati non è stato trovata una sola banconota vera. Ma tra il rapimento, il presunto pagamento di un riscatto e la denuncia ci sono tutte quelle ore in cui adesso si inserisce anche un’altra importante novità.