Cronaca

Esiste ancora il reato di apologia di fascismo?

Al signor Questore di Roma dottor Fulvio Della Rocca e al Sindaco di Roma Gianni Alemanno

Buonasera, premetto e trascrivo parte di una legge che fu votata per mettere in atto gli articoli della nostra Costituzione Repubblicana, legge che sicuramente avete studiato e conoscete a memoria: La legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione”), detta anche Legge Scelba, all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «faccia propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista», oppure da chiunque «pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».

Stando a quanto scritto, gradirei avere spiegazioni sulla vostra scelta di autorizzare una manifestazione che molti i giornali definiscono “raduno di neonazisti a Roma”. Non ritenete essere una violazione della legge e della Costituzioneche avete giurato di proteggere e di far rispettare?

Possiamo discutere se quella legge violi o meno il diritto di libertà di opinione di ciascuno ma finché rimarrà scritta e in vigore, dovreste farla rispettare. Se non erro fu a Roma che nacque la frase “Dura lex sed lex”. O la “dura legge” vale solo per chi si macchia del “reato di eutanasia”? 

Sono passati nemmeno 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale in Italia e alcuni partigiani sono ancora in vita. Persone che hanno vissuto il dramma della dittatura, che sono passati attraverso anni di galera, di torture e di guerra, nella quale hanno visto amici e familiari morire per mano fascista e nazista. Magari si poteva almeno aspettare che morissero tutti, prima di sbeffeggiare la loro lotta, la loro fatica, il loro impegno e il loro dolore in questo modo. Federica Fabbretti