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Usa 2012: gli autogol di Romney, la strategia di Obama

usa2012“Ho seguito tutti i dibattiti presidenziali della storia americana, dai primi quattro fra Nixon e Kennedy nel 1960. Questo è stato immensurabilmente il migliore di tutti”, parola di Mr. Will, commentatore su ABC. Grande dibattito, fra i migliori della storia delle elezioni USA.

Secondo i commentatori di Fox News, ABC, CNN, MSNBC, non importa se conservatori o democratici, il vincitore dell’incontro è il Presidente Obama. Aggressivo, sintetico. Linguaggio chiaro e assertivo. Uso intelligente delle modulazioni della voce, del linguaggio non verbale.

Romney ogni tanto balbettava cercando parole che non aveva, ha tentennato non poco, facendo affermazioni molto convinte peccato però fossero errate, come quando ha dichiarato che da quando Obama è alla presidenza non ha promosso la crescita del consumo di carbone, petrolio e gas naturale, oppure quando ha affermato che Obama non avesse condannato il giorno dopo gli eventi, l’attacco all’ambasciata USA in Libia e l’uccisione dell’ambasciatore Stevens con altri tre cittadini USA. In gergo calcistico li chiamano autogol. Pesanti. Sottolineati dal sorriso ironico di Obama e dal suo” This is not true”, it’s just not true”. Di fatto gli ha dato in modo continuo del disonesto.

Ha provato battute pensate forse bene e giocate certamente male, come quando ha chiesto a Obama se sapesse come venivano investiti i suoi fondi pensione per sentirsi rispondere che no, non lo faceva anche perché la sua è sicuramente molto meno pesante di quella di Romney. La risata del pubblico serio e attento ha fatto molto male alla campagna dei Repubblicani.

Grande tensione, due uomini che non si piacciono per nulla e che non hanno fatto nulla per nasconderlo. Un dibattito molto teso, interrompendosi a vicenda, non rispettando del tutto le regole del gioco, cosa molto poco apprezzata in Usa. 44 minuti di scena e di parole per Obama, 40 per Romney, altro elemento che fa attribuire la vittoria a Obama.

La prestazione di Obama è stata forse troppo “calda” ma attenta, precisa, con un crescendo rossiniano. La sua ultima risposta all’ultima domanda è stata la migliore del dibattito: “Quando (Romney) ha detto, a porte chiuse, che il 47 per cento dei cittadini del paese si considerano vittime che rifiutano di assumersi le loro responsabilità –pensate di chi stava parlando: gente che ha lavorato un vita intera e ha bisogno dell’assistenza sociale, veterani che si sono sacrificati per questo paese, gente che lavora duramente ogni giorno, che paga le tasse ma che non guadagna abbastanza. Voglio combattere per loro”. Una risposta che condensa i punti di forza di Obama: passione, esperienza, preoccupazione, impegno.

Complimenti al Presidente Obama e al suo staff. Di strategia se ne intendono. Giusto perdere il primo dibattito-scontro per fare parlare l’avversario, per dargli la sensazione di essere in vantaggio, per cogliere elementi di debolezza. Ha usato tutti i trucchi nel dibattito la settimana scorsa in Colorado per ottenere il risultato desiderato: occhi bassi, mani impegnate a giocare con una penna, sottotono. Grande attore. Giusto perché l’aspettativa era tutta per un miglioramento della prestazione di Obama, che partiva da un livello basso. Giusto perché ora l’inerzia maggiore l’ha Obama e si troverà avvantaggiato per l’ultimo dibattito.

Il giorno delle elezioni si avvicina. Mancano solo 21 giorni.

Boston, 16 ottobre 2012