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Ue, John Dalli: “Il presidente Barroso mi ha ‘chiesto’ di dimettermi”

In una video intervista l'ex commissario alla Salute dell'Unione europea dichiara di non aver mai ricevuto alcun report dalla Commissione, ma soltanto la lettera di conclusione delle indagini Olaf in cui è dichiarato che "non ci sono prove effettive" del suo coinvolgimento, ma "circostanze evidenti per cui hanno ritenuto che io fossi a conoscenza di tutto"

Non sono molto chiare le circostanze che hanno portato, ieri, alle dimissioni del commissario Ue alla salute, il maltese John Dalli indagato dall’organismo anti-frode Olaf. Le dimissioni infatti, che hanno avuto effetto immediato, erano state presentate da Dalli come una scelta “necessaria” per preservare la reputazione della Commissione.

Oggi invece, il suo atteggiamento sembra essere diverso, o quanto meno più deciso. In una video intervista raccolta da New Europe ha affermato infatti di non aver mai ricevuto alcun report dalla Commissione, ma soltanto la lettera di conclusione delle indagini Olaf in cui è dichiarato che “non ci sono prove effettive del mio coinvolgimento, ma circostanze evidenti per cui hanno ritenuto che io fossi a conoscenza di tutto”.

Alla domanda del giornalista: “Ma lei ha incontrato il presidente Barroso? Le ha chiesto lui di dimettersi?”, Dalli risponde: “Sì mi ha ‘chiesto’ di dimettermi”.
Dalli accusa inoltre la lobby del tabacco di avere costruito un caso contro di lui. 

Dopo l’annuncio della Commissione Ue sulle sue dimissioni, Dalli riferisce di avere preparato una sua dichiarazione per difendere se stesso e di averla inviata al premier maltese e ai leader dell’opposizione e lamenta che la Commissione abbia rifiutato di distribuirla. L’ex commissario si sofferma in dettaglio sul carattere innovativo della nuova direttiva europea sul tabacco – da lui firmata – che punta a rendere meno attraente il pacchetto delle sigarette per scoraggiare il vizio del fumo. La nuova direttiva – non ben accolta dalle lobby del tabacco – dovrebbe entrare in vigore il prossimo 22 ottobre.

Il direttore generale del servizio antifrode Olaf, Giovanni Kessler ha risposto oggi che: “Non c’è prova che il Commissario Dalli sia stato l’istigatore o il ‘mastermind’della macchinazione, ma ci sono numerose prove circostanziali non ambigue che ne fosse a conoscenza” e “che insistesse usando il suo nome per avere vantaggi finanziari”. Kessler ha anche sottolineato che “è stato controllato il processo decisionale” sulla direttiva tabacco e che “non è stato assolutamente intaccato”.