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Cagliari calcio, il presidente Cellino indagato per istigazione a delinquere

Dalla Procura sarda non confermano, ma l'iscrizione nel registro degli indagati sarebbe avvenuta a seguito dei fatti del 23 settembre, quando il numero uno rossoblù invitò i tifosi a presentarsi in massa allo stadio nonostante il divieto della Prefettura che aveva stabilito che la partita si sarebbe dovuta giocare a porte chiuse. E spunta un'altra grana giudiziaria sui permessi per costruire la Is Arenas

Istigazione a delinquere. Questa l’ipotesi di reato che la Procura di Cagliari avrebbe contestato a Massimo Cellino, presidente del Cagliari Calcio. Il tutto dopo i fatti dello scorso 23 settembre, quando il numero uno sardo invitò i tifosi rossoblù a presentarsi in massa allo stadio di Quartu Sant’Elena in vista di Cagliari-Roma, sfidando il divieto imposto dalla Prefettura che aveva stabilito che la partita si sarebbe dovuta giocare a porte chiuse. La Procura di Cagliari mantiene il riserbo, non conferma la notizia, e si limita a rendere noto che ancora non è stato spedito alcun avviso di garanzia a Cellino. Il quale potrebbe ancora vedere l’ipotesi di reato derubricata da istigazione a delinquere a semplice inosservanza di provvedimento dell’autorità pubblica e cavarsela così con una multa.

I fatti sono noti. Dopo la decisione della Commissione di vigilanza e della Prefettura di Cagliari di far giocare a porte chiuse la prima partita di campionato, Cellino decide di mettere in vendita i biglietti per la seconda partita casalinga dei rossoblù, il 23 settembre contro la Roma. Ma il giorno prima della partita le autorità ritengono che lo stadio Is Arenas di Quartu Sant’Elena – dove Cellino ha portato la squadra dopo aver ricevuto lo sfratto dal Sant’Elia di Cagliari – sia ancora inagibile e manchino le più elementari norme di sicurezza. Da lì la decisione di far disputare il match a porte chiuse e la reazione di Cellino che, da Miami, con una lettera ‘chiama alle armi’ i tifosi: invitandoli a presentarsi lo stesso allo stadio. Subito decretata la sconfitta 0-3 a tavolino per il Cagliari, ora la notizia dell’inevitabile iscrizione sul registro degli indagati del suo presidente.

Ma i problemi per Cellino potrebbero non essere finiti qui, dato che la stessa procura sta indagando anche sull’impatto ambientale dell’Is Arenas sul Parco di Molentargius, un’area naturalistica protetta. L’odissea del Cagliari alla ricerca di un nuovo stadio nasce infatti dalla non sempre limpida commistione tra politica e imprenditoria nell’isola.

In buoni rapporti con la precedente amministrazione di centrodestra di Emilio Floris, i problemi che hanno visto Cellino e il sogno di uno stadio di proprietà allontanarsi da Cagliari sono cominciati con l’arrivo della giunta di sinistra dell’attuale sindaco Massimo Zedda. Da lì l’alleanza con il sindaco di centrodestra di Elmas, Valter Piscedda, per costruire uno stadio nei pressi dello scalo aeroportuale, che però ha visto i due finire iscritti nel registro degli indagati a gennaio per abuso d’ufficio e, solo per Cellino, tentata estorsione. E il sogno del nuovo stadio a Elmas svanire.

Da qui la decisione di Cellino, dopo una parentesi a Trieste, di trasferirsi dall’amico Mauro Contini, sindaco del Pdl di Quartu Sant’Elena, e di far giocare le partite casalinghe del Cagliari nella stagione 2012-13 allo stadio Is Arenas. Ma ora la Procura di Cagliari sta indagando sulle autorizzazioni e i permessi concessi dall’amministrazione comunale di Quartu a Cellino per le opere infrastrutturali per lo stadio da 16.800 posti della Is Arenas, e sull’impatto ambientale – il rispetto delle norme urbanistiche e paesaggistiche – che questo avrebbe sulla limitrofa zona del Parco di Molentargius, un’area protetta. Ennesima storicaccia che non aiuta certo la squadra, che nonostante l’avvicendamento in panchina tra Ficcadenti e la coppia PulgaLopez (il 23simo esonero nei venti anni di presidenza Cellino) continua a rimanere in piena zona retrocessione.