Politica

Centrosinistra, Bersani: “Di Pietro? Mi pare che fin qui sia fuori. No a Rutelli”

Il segretario del Pd segna i confini della coalizione che si candiderà alle politiche: "Sì al Psi, no all'Api". Poi una stilettata a Renzi: "Avrei gradito che Renzi fosse all'assemblea, non si deve fidare di me, ma del partito". E alla Fiat: "Dica se ha il fisico"

Mentre si accendono le prime polveri in vista delle primarie del centrosinistra e dopo i toni distensivi di ieri di Antonio Di Pietro, Pierluigi Bersani sembra chiudere ancora la porta a Di Pietro. O meglio: lascia solo una fessura. Intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa il segretario del Pd dice: “Mi pare che fin qui Di Pietro sia fuori”. Più netto sulle altre forze politiche da imbarcare nell’alleanza che – oltre a Pd e Sinistra ecologia e libertà – si proporranno alle politiche per governare il Paese: “Il Psi sì, l’Api no”, con buona pace di Rutelli, a questo punto. Bruno Tabacci invece? “E’ una personalità del centrosinistra (d’altronde è assessore nella giunta Pisapia a Milano, ndr) e può benissimo candidarsi”. I partiti che aderiranno alla coalizione, conclude il segretario, “la settimana prossima daranno la data, che sarà a fine novembre, daranno le regole definitive e partirà la campagna”. Bersani ha spiegato che la “vera partenza” della campagna in vista delle primarie sarà al Cern. “Voglio partire da lì per dare il segno che l’Italia le forze per reagire le ha”. 

Il segretario parla anche di Matteo Renzi. Soprattutto del fatto che ieri, all’Assemblea nazionale non c’era: “Avrei gradito che Renzi ci fosse, mi sarebbe piaciuto. E non si dica che non è un membro del partito perché lo è. Non basta che dica che si fida di Bersani, ma ci si deve fidare del collettivo, se ci si tiene. Questo non mi è piaciuto. Questa è una cosa che ha colpito molti. Ricordo che qualcuno è venuto con attaccato una flebo, potrei fare il nome”.

Bersani ha parlato anche di Ilva (“Bisogna assolutamente trovare, e credo sia possibile, una strada per un netto miglioramento delle condizioni ambientali senza rendere irrecuperabile o improponibile l’attività produttiva”) e Fiat: “Ci sono stabilimenti in Italia che producono per un 10-15%, bisogna chiedere alla Fiat se intende investire per garantire la produzione industriale, altrimenti ci si deve guardare in giro”. “Siamo un paese monomarca – ha osservato Bersani – ma produciamo meno macchine di paesi con più marche e di paesi che non hanno marche nazionali, come Spagna e Inghilterra. Bisogna chiedere se la Fiat ha il fisico per sostenere da sola il settore automobilistico, altrimenti ci si deve guardare intorno”.

Poi la legge elettorale: “Se si arriva a un proporzionale spinto, questo Paese è ingovernabile” sottolinea Bersani ribadendo che il Porcellum si deve cambiare perché “fa acqua da tutte le parti”: “Chiediamo una legge che dia governabilità. Abbiamo nostre idee e stiamo lottando in Parlamento. In ogni caso le primarie hanno senso con qualsiasi legge elettorale”.

Infine il disegno di legge sulla corruzione. “Una legge come quella sulla corruzione già secondo me non è del tutto sufficiente. Mancano un paio di cose che andrebbero messe”. Secondo il leader democratico “bisogna reintrodurre il falso in bilancio e c’è un reato che non è contemplato come quello dell’autoriciclaggio, che chi si occupa di lotta alla mafia sa benissimo cosa vuol dire”. Insomma “ci sono delle cose da aggiungere, ma giè le norme che ci sono vorrei che fossero varate nei prossimi giorni perché davanti alle cose a cui stiamo assistendo credo che non sia giusto prendere ancora tempo”. 

Parlando di corruzione si arriva dritti anche a Filippo Penati: “Io sono per evitare le prescrizioni. Lui ha già rinunciato alla prescrizione e ha chiesto il giudizio immediato. E’ giusto che si dimetta in caso di rinvio a giudizio”.