Politica

Sicilia, il giorno dopo

Devo ammettere che da qualche giorno ho una candidata che mi piace, la Giovanna Marano della Fiom (s’è battuta molto bene a Termini), con i miei amici dell’antimafia (Claudio, Leoluca, Rita…) alle sue spalle in rispettoso secondo piano. Se avessi avuto voce in capitolo (ma ne ho quanto un cane in chiesa) questa è esattamente la soluzione che avrei proposto.

“E mandiamo una donna! Una che non la conosce nessuno, però una brava!”. 
Quante volte me l’avete sentito ripetere, dopo il secondo bicchiere?
“E voialtri gran generali, per una volta, fate la fanteria – aggiungevo al terzo – Fatele da assessori! Così nessuno è lìder, tutti sono alla pari, non c’è un governatore del cavolo ma un Governo!”.

Alla fine, per ironia della storia, è andata proprio così. Ma siamo arrivati tardi, e ci siamo arrivati male. Così è un meno peggio, una testimonianza. Invece poteva essere una vittoria di schianto, un cinquantaquattro per cento che poi è la nostra maggioranza.

Sì, perché in realtà noi le elezioni le avevamo già vinte (anche se hanno fatto di tutto per non farvene accorgere) un anno fa, il 12 giugno 2011, al referendum. E che c’entra il referendum? C’entra, c’entra. Io ho la memoria lunga (e capirai, sò matusa) e mi ricordo del giugno ’74: il divorzio, il referendum.

Stravincemmo alla faccia dei pronostici (l’Italia era stanca di Dc, ma nessuno se n’era accorto) e l’anno dopo stravincemmo pure le elezioni. Il passaggio fu facile, perché allora avevamo Berlinguer e Pertini, mica… lasciamo andare.

Il segnale dell’anno scorso, del referendum sull’acqua pubblica, è stato – per noi di fuori Palazzo – forte e chiaro. Ma a raccoglierlo non c’era una sinistra organizzata e unita (i miei vecchi amati communisti) ma una serie di gruppi tribali ciascuno sventolante la sua bandierina col nome del relativo lìder: Dipietro, Convendola, Beppegrillo.

In Sicilia, oltre all’acqua pubblica, abbiamo un obiettivo che unifica tutti (e a suo tempo trainò la Borsellino oltre il quaranta per cento), ed è la lotta antimafia. Non l’antimafia dei palazzi, quelle dei pianti e delle celebrazioni, ma l’antimafia precaria, quella dei ragazzi e dei giudici, che lotta per una Sicilia diversa e lottando se la vede davanti e a muso duro sorride.

Ma ci pensate?

Tu pensa ai ragazzi di Modica, ai nostri grandi politici (oltreché giornalisti) del Clandestino: in quattro anni questi sono capaci, da semplici liceali, di organizzare l’acqua pubblica, di mettere su un giornale, di far rete con altri, di portare centinaia di persone in piazza e e decine di giovani nell’organizzazione. Ma non li ha degnati nessuno: nessuno dei grandi capi si è nemmeno accorto che esistevano., li è andati a trovare manco una volta.

Io, che sono un politico (quando ho abbastanza da bere) dico che i veri politici sono questi qui, loro i protagonisti, loro gli interlocutori. Loro che prima o poi raccoglieranno quel cinquantaquattro per cento, se resteranno allegri e poveri e non si faranno abbindolare dai signori.

Chissà che prima o poi non riescano a convincere anche i grandi compagni nostri, così benintenzionati e così generosi, ma ahimé così imbranati e con quelle fettacce di prosciutto negli occhi. Non ci vuol niente a convincere Claudio, Luca o Rita, ragazzi miei: sono brave persone, garantisco io per loro. Ma non dovete mettervi in soggezione: interrompeteli subito appena cominciano a dire “Io” o “Il mio partito”.

Adesso cerchiamo di arrivare al ventotto ottobre e di uscirne meno battuti che si può. Ma il nostro vero lavoro nostro comincia il giorno dopo, il ventinove.

La campagna per le prossime elezioni (fra quattro anni, o fra sei mesi…), quelle contro il governo vero (la mafia e il Sistema mafioso), con la politica vera (l’antimafia popolare), i politici veri (i ragazzi come a Modica e chi dei vecchi amici vorrà seguirli) e l’obiettivo vero (almeno il cinquanta per cento).

Un po’ di vecchio communista (ma senza i caporioni plumbei e senza Botteghe Oscure), un po’ di vecchia Rete (ma senza personalismi e senza primedonne) e un po’ di vecchio (eh, un po’ vecchiotto lo è già…) movimento dei Forum (ma senza censure e senza Beppegrillo). Mescolate, et voilà. E arrivederci al ventinove ottobre.

(PS: “Ma gli state facendo la campagna a Fava? Eh, lo dicevo io che ‘sto giornale..”
No, amico, no. Noi la campagna la facciamo all’antimafia, è lei il nostro partito. Certo, se incontro il vecchio Claudio, e me lo vedo venire incontro coi manifesti dei Siciliani giovani alle spalle, allora non ragiono più e il cuore se ne va per conto suo, altro che storie. Ma questa è una faccenda mia personale. Voi, seguite i ragazzi di Modica e se poi ci sarà pure Claudio tanto meglio).

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